Caserta, fermato tunisino per presunti legami con l’Isis: gestiva un traffico di migranti
"Sarò dell'Isis finché avrò vita". Parlava così Mohamed Khemiri, il tunisino 41enne considerato a capo del gruppo sgominato alle prime di luci di questa mattina dai carabinieri del Ros di Caserta. L'uomo risiedeva a San Marcellino ed è stato tradito da un post pubblicato sulla sua pagina Facebook in cui in arabo esultava dopo l'attentato in Francia alla redazione di Charlie Hebdo messo a segno dai terroristi di Daesh. Alcune delle sue affermazioni sono contenute in un'intercettazione risalente a gennaio 2015, in cui l'uomo si definiva "issiano".
Gli inquirenti, che sono particolarmente cauti sull'argomento, ipotizzano che alle sue spalle ci fosse una vera e propria cellula jihadista che si alimentasse su internet. Così le forze dell'ordine, studiando i messaggi e i movimenti sui social network, sono arrivati ad identificare e a fermare altri otto cittadini provenienti dal Nord Africa. Questi riuscivano a far ottenere falsi contratti di lavoro e buste paga altrettanto false a loro connazionali, garantendo, in tal modo, le condizioni che avrebbero poi consentito il rilascio dei permessi di soggiorno sul territorio nazionale. Venivano aiutati dai titolari di alcune aziende tessili del Casertano, che in cambio della loro complicità ricevevano ingenti somme di denaro.
Alfano: "La cattura, un successo per lo Stato"
Il tunisino ritenuto a capo del gruppo, oltre che per i reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e del falso documentale, è accusato anche di attività eversiva da parte della procura distrettuale antiterrorismo di Napoli. Soddisfazione per il buon esito dell'operazione è stata espressa dal Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che ha così commentato la notizia: "E' un'altra giornata di successi per lo Stato che ha sferrato un duro colpo a questa organizzazione criminale".
Mohamed Khemiri era anche il custode della Moschea di San Marcellino, il cui imam domenica ha incontrato il prete di San Marcellino, in linea con l'invito della Chiesa a pregare insieme contro il terrorismo. L'imam, Nasser Hidouri, anch'egli tunisino, sarà ascoltato con tutta probabilità in futuro. Al momento ci ha però tenuto a precisare che Kemiri "non aveva alcun ruolo chiave all'interno della Moschea".