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A Caserta spari contro gli immigrati al grido di “Salvini, Salvini”

Due immigrati di nazionalità maliana, ospiti in un centro di accoglienza di Caserta, sarebbero stati colpiti da colpi sparati da una pistola ad aria compressa. A rendere pubblica la vicenda sono stati gli attivisti del centro sociale Ex Canapificio di Terra di Lavoro. Come riportato dalla denuncia presentata dai due giovani, chi ha sparato lo avrebbe fatto al grido di “Salvini, Salvini”, inneggiando dunque al leader della Lega e attuale ministro dell’Interno italiano.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Un grave episodio di violenza, di intolleranza nonché di xenofobia quello avvenuto nei giorni scorsi a Caserta. Due immigrati originari del Mali, ospiti di un centro di accoglienza in città, hanno denunciato alla Polizia di Stato di esseri stati vittima di un episodio a sfondo razzista. Lo scorso 11 giugno, come denunciato anche dal Centro Sociale Ex Canapificio e dalla Caritas diocesana, i due giovani migranti, lo scorso 11 giugno, stavano passeggiando per strada, quando sono stati raggiunti da alcuni proiettili sparati da una pistola ad aria compressa.

Stando a quanto raccontato nella denuncia, mentre i due maliani si trovavano tra viale Lincoln e via Commaia, intorno alle 22, tre ragazzi a bordo di un'auto, una Fiat Panda, gli avrebbero sparato, gridando "Salvini, Salvini" e inneggiando dunque al neo vicepremier e Ministro dell'Interno italiano, nonché leader della Lega. Uno dei due ragazzi, colpito da un proiettile al petto, è dovuto ricorrere anche alle cure mediche in ospedale dopo l'agguato di stampo razzista: per lui, una ferita giudicata guaribile in due giorni. L'altro ragazzo, invece, è stato fortunatamente soltanto sfiorato da un altro proiettile, che sono stati esplosi a distanza ravvicinata.

"Siamo profondamente sconcertati e indignati – commentano i responsabili del Centro Sociale Ex Canapificio dello Sprar di caserta – per quello che è accaduto ai due ragazzi che sono tutt'ora spaventati. Questo è l'ennesimo episodio di razzismo dopo i fatti di San Ferdinando, dove qualche settimana fa perdeva la vita un giovane bracciante maliano, Sacko Soumayla, ucciso da un colpo di fucile come un animale; dopo l'aggressione in un centro di accoglienza a Sulmona del 12 giugno; e dopo la triste storia dell'Aquarius".

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Sono giornalista dal 2010. A Fanpage.it dall'agosto del 2016, scrivo per l'area Napoli, per la quale mi occupo del desk.
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