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Caso De Luca, il giudice Scognamiglio al telefono: “Ormai è fatta”

Le intercettazioni, da cui emergerebbe un rapporto tra il giudice Anna Scognamiglio, il marito Guglielmo Manna e lo staff di Vincenzo De Luca. Manna in cambio dei suoi servigi avrebbe voluto ottenere un ruolo di peso come manager nella sanità campana.
A cura di Valerio Renzi
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Ieri al termine di una conferenza stampa in cui ai giornalisti non è stato possibili fare domande, il governatore Vincenzo De Luca non solo ha dichiarato la sua estraneità a una presunta opera di corruzione verso i giudici chiamati a pronunciarsi in merito alla sua decadenza per effetto della legge Severino, ma ha ribadito di essere parte lesa in questa vicenda, scaricando di fatto ogni eventuale responsabilità sul capo del suo staff Nello Mastursi.

Intanto sono di dominio pubblico alcune delle intercettazioni in mano ai magistrati che indagano sulla vicenda. Così troviamo il giudice del Tribunale civile Anna Scognamiglio, che darà ragione al ricorso di De Luca comunicare al marito Guglielmo Manna, avvocato e manager deciso a entrare con un ruolo di prestigio (e ben remunerato) nella sanità campana. Con un sms la donna fa sapere che la camera di consiglio si è conclusa pronunciandosi a favore di De Luca. "Abbiamo finito, è fatta", il testo del messaggino, e da parte sua Manna attiva subito un canale di comunicazione con lo staff di De Luca: "È andata come previsto".

È il 22 luglio quando avviene questo triangolo di comunicazione tra il giudice Scognamiglio, Manna e lo staff del presidente De Luca. Qualche giorno dopo, da una barca sull'isola di Ponza, Manna comunicato nuovamente al telefono con la moglie. E' il 2 agosto e l'uomo dice chiaro e tondo: "Sono stato chiamato in Regione. Speriamo bene". Con Manna coinvolti nell'inchiesta e nelle intercettazioni anche altri tre avvocati. Ma le comunicazioni intercettate finite nella mani del Procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, prendono le mosse da un'inchiesta condotta dai pm napoletani  Henry John Woodcock ed Enrica Parascandolo che indagano sui rapporti tra alcun clan di camorra del centro e un presunto voto di scambio in cambio di appalti e forniture, in particolar modo nella sanità.

Proprio all'interno di questa indagine vengono carpite le conversazioni che dimostrerebbero come Manna, grazie al ruolo della moglie, vorrebbe un incarico di peso all'interno della sanità campana, in cambio della promessa di orientare la sentenza del tribunale in merito alla Severino. Gli inquirenti ipotizzano che la stessa condotta e dinamica sia avvenuta anche per la sentenza dello scorso 11 settembre, quando il Tribunale civile, e il giudice Anna Scognamiglio, sono stati chiamati a pronunciarsi nuovamente in merito ad un ricorso sulla Legge Severino e la legittimità di Vincenzo De Luca di rimanere in carica.

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