Caso Fortuna Loffredo, le rivelazioni di Caputo: “Il palazzo è pieno di pedofili”
Continua il processo, in un'aula della V Sezione Penale del Tribunale di Napoli, per l'omicidio di Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni violentata e uccisa al Parco Verde di Caivano (Napoli), nel giugno del 2014. Nel dibattimento, continuano anche a susseguirsi colpi di scena. Questa mattina infatti, come riporta Il Mattino, in quella che sarebbe dovuta essere soltanto un'udienza tecnica Titò, com'è soprannominato Caputo, ha chiesto di rilasciare dichiarazioni spontanee. "In quell'isolato, al primo piano c'era la stanza dei bambini… Lo sapevano tutti e tutti sapevano quello che succedeva. Tanto che uno degli inquilini è stato condannato a dieci anni per aver abusato della figlia dodicenne – afferma Caputo, che poi conclude – In quel maledetto posto, abitato da napoletani, mi hanno messo in mezzo, perché io non sono del loro ambiente. Io sono di Afragola".
Durante l'udienza, i magistrati hanno anche rigettato la richiesta del legale di Titò di avere un confronto con Marianna Fabozzi, la sua ex convivente, accusata di concorso nelle violenze sessuale perpetrate dall'uomo nei confronti delle sue tre figlie ed indicata più di una volta da Caputo come l'assassina di Fortuna e di Antonio Giglio, il di lei figlio, per la cui morte – avvenuta in quello stesso stabile un anno prima a quella di Chicca – la donna è già indagata.
I magistrati hanno infine rifiutato anche la richiesta dell'accusa, che sulla sua testimonianza ha basato l'intero procedimento penale, di ascoltare in aula la figlia più grande di Marianna Fabozzi, violentata da Caputo insieme alle sue sorelline. In una delle udienze precedenti Titò aveva confessato la violenza sessuale ai suoi danni, proclamando invece la sua estraneità all'omicidio di fortuna Loffredo.