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Catacombe San Gennaro, Santa Sede: “Mai chiesti 700 mila euro alla Coop La Paranza”

La vicenda delle Catacombe di San Gennaro continua a tenere banco: la Pontifica Commissione di Archeologia Sacra mostra, in esclusiva su Tv2000, un documento datato al 9 marzo che mostrerebbe come non ci sia stata alcuna richiesta di 700mila euro dal Vaticano verso la Cooperativa che gestisce il sito, che, tra l’altro, non avrebbe mai versato la metà degli introiti alla Santa Sede Stessa, non fornendo neppure i bilanci.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Mai chiesti settecentomila euro alla Coop La Paranza: è questa la risposta della Santa Sede alla vicenda di questi giorni. Attraverso un documento inedito della Pontifica Commissione di Archeologia Sacra, pubblicato in esclusiva da Tv2000, vi si legge anzi una disponibilità ad accettare di "azzerare il debito pregresso", manifestando anche la volontà di avviare una nuova fase di collaborazione.

Insomma, il documento pubblicato da Tv2000 capovolge completamente quanto riportato nei giorni scorsi da alcuni organi di stampa. Il documento, datato 9 marzo 2018 e dunque ben sei mesi prima che montasse su il caso mediatico che vede coinvolti la Cooperativa La Paranza, l'Arcidiocesi di Napoli ed il Vaticano per quanto riguarda la gestione delle Catacombe di San Gennaro, nel rione Sanità. Stando al Concordato, tocca alla Santa Sede occuparsi della gestione di tutte le catacombe presenti sul territorio nazionale, che sono circa centoventi, di cui circa una ventina aperte al pubblico: tra queste anche quelle di Napoli.

Alla Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede, inoltre, spetta il 50% degli introiti provenienti da ciascuna catacomba come "contributo necessario" per la manutenzione ordinaria e straordinaria, non ricevendo alcun contributo statale per questo. Ma, sempre secondo il Vaticano, proprio le Catacombe di Napoli sarebbero le uniche a non aver mai corrisposto questa cifra, e che anzi non sia mai stato inviato in Vaticano alcun rendiconto dettagliato dei propri bilanci.

Insomma, il "pasticcio" sarebbe proprio stato causato, secondo il Vaticano, dalla Cooperativa La Paranza, che gestisce il sito fin dal 2009 ed una sorta di regime di totale autonomia, emettendo biglietti in proprio e non fornendo bilanci. Da qui, insomma, il caos mediatico, con la richiesta di settecentomila euro da parte della Santa Sede che in realtà non sarebbe mai avvenuta. Ed oggi, la pubblicazione dei documenti di marzo che sembrerebbero dare ragione proprio al Vaticano stesso.

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