Cento euro a chi resta in azienda, la replica di Dema: “Teniamo alla salute dei lavoratori”
Con una nota inviata alla nostra redazione la Direzione del gruppo Dema si dice "sorpresa" della reazione critica di una rappresentanza sindacale (Cgil Fiom ndr.) nei confronti di un gesto, ovvero la concessione di un premio di 100 euro dipendenti presenti in fabbrica deciso "in spirito collaborativo e costruttivo, rispettando i provvedimenti varati dal governo per la gestione dell’emergenza sanitaria e in linea con il protocollo sottoscritto il 14 marzo scorso dalla Presidenza del Consiglio e da tutte le Organizzazioni sindacali".
Ecco la nota dell'azienda del settore aerospazio ubicata nel Napoletano:
Dema si trova in una fase delicata della propria esistenza ed è impegnata in un percorso di ristrutturazione severo ma necessario, fin dall’inizio condiviso con tutte le parti sociali. Questo dialogo non è mai mancato, nemmeno allo scoppio della grave emergenza sanitaria. Ognuno dei passi relativi alla riorganizzazione delle attività è stato discusso con le sigle sindacali di tutti gli stabilimenti, esaminando congiuntamente ogni singolo provvedimento.
Per consentire l’attuazione del piano, mirato alla protezione dei lavoratori da rischi di contagio, il 16 e 17 marzo gli stabilimenti sono rimasti chiusi o parzialmente operativi.
In particolare, l’azienda ha predisposto e adottato:
protocolli di sicurezza anti contagio, l’adozione di strumenti di protezione individuale a favore di tutti i dipendenti presenti al lavoro, l’accesso e l’utilizzo contingentato agli spogliatoi, il mantenimento della distanza interpersonale, la chiusura di alcuni spazi comuni, il contingentamento degli ingressi e delle uscite dei fornitori, dei trasportatori e delle merci;
operazioni di pulizia degli uffici, dei servizi igienici, degli spogliatoi, degli spazi comuni e, nelle aree di lavoro, più volte al giorno al cambio di turno;
un modello di turnazione ridotta da 8 a 6 ore per i dipendenti dedicati alla produzione, permettendo sia un ingresso che un’uscita contingentata che evitasse gli assembramenti;
attuato il massimo utilizzo possibile di lavoro agile, collocando in smart working un numero di lavoratori che corrisponde ormai alla gran parte dei dipendenti operanti in strutture di servizio o di supporto alla produzione.La quasi totalità delle sigle sindacali ha compreso è apprezzato l’enorme sforzo compiuto.
Spiace, invece, che in una circostanza così grave sia stata messa in moto una macchina della disinformazione a servizio di una preconcetta presa di posizione nata a livello locale, che sembra voler innescare un inspiegabile braccio di ferro a servizio di interessi del tutto diversi da quelli dei lavoratori, rifiutando un confronto che normalmente è alla base della soluzione di ogni problema.