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Cercasi giornalista “senza imperfezioni”, il San Carlo replica: “Nessuna discriminazione”

Il Teatro San Carlo ha replicato alle contestazioni sul bando per l’ufficio stampa: “esente da difetti e imperfezioni” indica solamente l’idoneità ai compiti. Ma restano da chiarire altri aspetti: l’ “albo pubblicisti” menzionato non esiste e non si capisce cosa si intende per “la commissione ha facoltà di richiedere l’esecuzione totale o parziale del programma”
A cura di Nico Falco
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Interno del Teatro San Carlo di Napoli
Interno del Teatro San Carlo di Napoli (da Wikipedia).

Il Teatro San Carlo respinge le accuse di discriminazione relative al bando per la ricerca dell'addetto stampa, spiegando che la dicitura "esenti da difetti e imperfezioni" si intende soltanto l'idoneità ai compiti che il dipendente dovrà svolgere. Lo spiega, in una nota, il sovrintendente Rosanna Purchia.

La Fondazione Teatro di San Carlo – si legge nella nota – specifica che, per quanto riguarda l'art. 1 punto c del bando in oggetto, con l'espressione "esenti da difetti e imperfezioni" si intende indicare l'assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato, trattandosi esclusivamente di idoneità alla mansione specifica, così come disposto dall'art. 41 del d. lgs. 81/108.
Non si tratta di alcuna discriminazione fisica che mai è stata perpetuata dalla Fondazione Teatro di San Carlo, nell'ambito delle assunzioni del personale, ma si richiede soltanto idoneità fisica al tipo di mansioni che dovranno essere svolte in sede o fuori sede e che sono oggetto di sorveglianza obbligatoria ai sensi dell'art. 41 comma 2 lettera b del d. lgs. 81/108.

Il bando era stato contestato anche per un altro dei requisiti presenti, ovvero l'iscrizione all' "albo dei pubblicisti": in realtà l'albo dei Giornalisti è unico, diviso negli elenchi di pubblicisti e professionisti, e quello menzionato nell'avviso pubblico quindi non esiste; inoltre, la limitazione ai pubblicisti rappresenta una discriminazione nei confronti dei professionisti, che non potrebbero presentare la propria candidatura.

Infine, altro punto poco chiaro: la Commissione che esaminerà i candidati  «ha la facoltà, a suo insindacabile giudizio, di richiedere l’esecuzione totale o parziale del programma». Ma non è la prima volta che un bando del San Carlo finisce nella bufera: in uno del 2015, per un analogo posto da ufficio stampa, tra i requisiti c'erano «buone capacità di comunicazione ed essere dotato di innata gentilezza».

Sulla vicenda, sollevata nei giorni scorsi dal Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania, era intervenuto anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca che aveva parlato di "bando discriminatorio da ritirare".

Le replica della sovrintendente Purchia: "Termini antiquati ma nessuna discriminazione"

In una lunga nota, che riportiamo integralmente, la sovrintendente fornisce la sua versione e presenta una serie di bandi di altri enti in cui vengono utilizzate formule simili per i requisiti e viene citata "idoneità fisica allo svolgimento delle mansioni" ed  "esenzione da difetti fisici o psichici che possano influire sul rendimento in servizio".

“Sono profondamente sconcertata e trovo anche avvilente constatare che, per una scarsa informazione e una assoluta mancanza di approfondimento conoscitivo da parte dei media relativo alle procedure e terminologie che solitamente si adottano per la redazione dei bandi di concorso, si debba trattare in maniera così irrispettosa un Teatro come il San Carlo di Napoli che non solo vanta una illustre storia secolare, ma la cui gestione degli ultimi anni lo porta ad essere una delle Fondazioni più virtuose, con programmazioni artistiche di livello internazionale.

Non solo: il Teatro San Carlo si è sempre impegnato nel sociale, spalancando le proprie porte a tutti, alle fasce di popolazione più disagiate, ai ragazzi delle case circondariali minorili, alle associazioni a scopo benefico, volendo essere la casa di tutti, ovvero un luogo accessibile a coloro che altrimenti non avrebbero potuto godere del piacere della musica e di un patrimonio del mondo. Appare pertanto assurda e offensiva l’accusa di discriminazione. Uno dei miei obbiettivi primari è sempre stato e sempre sarà l’inclusione.

L’articolo del bando “incriminato” relativo all’idoneità fisica, che accuserebbe il San Carlo di “discriminazione”, adopera termini che possono apparire oggi desueti e vetusti, ma che si ritrovano frequentemente nei bandi di concorso delle altre Fondazioni lirico sinfoniche italiane, dal Teatro Regio di Torino all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. E non solo, Pubbliche amministrazione, Regioni, Comuni: una formulazione assolutamente identica alla nostra.

Il Teatro San Carlo ha sempre applicato e perseguito la totale trasparenza nelle procedure concorsuali e in materia di assunzioni. E come non mai anche in questo caso”.

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