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Chiaia, sparatoria durante la movida: “Ero per strada, non mi ero accorta di essere stata colpita”

La testimonianza di una diciannovenne, colpita tra la folla. “Una vittima innocente, non si può rischiare la vita per andare a bere qualcosa con gli amici”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Una testimonianza davvero incredibile quella che di Francesca (nome di fantasia), una delle ragazze rimaste ferite nell'assurda folle notte di sabato scorso a Chiaia, quando si sono letteralmente "affrontate" due bande di teppisti per lo più minorenni che venivano da Quartieri Spagnoli e San Giovanni a Teduccio e che, a colpi di coltello e di armi da fuoco, ha fatto registrare qualcosa come sei feriti.

La ragazza in questione, di diciannove anni, è una giovane studentessa che sogna di fare l'assistente sociale. E' una delle vittime del sabato sera di follia a Chiaia, ed ha raccontato al Mattino la sua incredibile storia. "Ho sentito gli spari, la strada era affollata. Sono scappata, ed una fitta mi ha lacerato la schiena. Ho creduto di aver ricevuto una gomitata", ha spiegato, "Mi sono accorta di essere stata colpita solo quando sono arrivata a casa e mi sono messa a letto: è stato allora che mi sono accorta della macchia di sangue che si stava allargando". Una vittima innocente, assicura: madre casalinga e papà tassista, la ragazza viene dal Pallonetto ma "siamo gente e perbene", spiega il padre, "mia figlia è una vittima innocente, per favore scrivetelo. E scrivete anche che non si può rischiare la vita solo per andare a bere qualcosa con gli amici. Bisogna intervenire, bisogna rendere sicura la movida", racconta ancora l'uomo al Mattino. Un grido di dolore che le istituzioni non possono lasciare cadere nel vuoto.

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