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Chiusa corsia dell’A16 tra Baiano e Benevento: c’è anche il tratto della strage dell’Acqualonga

La Procura di Avellino ha ordinato il sequestro preventivo per le carreggiate di un tratto dall’autostrada A16 Napoli-Bari da Baiano a Benevento, in direzione Bari. C’è anche il tratto dell’Acqualonga, dove nell’estate 2013 avvenne la strage del bus con 40 passeggeri morti sui 48 che erano a bordo.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un'immagine del terribile incidente sul viadotto Acqualonga dell'A16
Un'immagine del terribile incidente sul viadotto Acqualonga dell'A16

Sequestro preventivo per le carreggiate di un tratto dall'autostrada A-16 Napoli-Bari. Un sequestro che segue quello dei new jersey sulla medesima tratta, avvenuto qualche settimana fa. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Fabrizio Ciccone, che ha disposto in particolare la chiusura al traffico veicolare della corsia di destra del tratto autostradale dell'A-16 che da Baiano arriva a Benevento passando per Avellino Ovest ed Avellino Est in prossimità dei viadotti "Pietra Gemma", "Acqualonga", "Carafone", "Vallonato I e II", "F. Lenza Pezze", "Scofeta Vergine", "Sabato", "Boscogrande", "Francia", "Vallone del Duca" e "Del Varco", in direzione Bari. La chiusura è stata disposta con annessa segnaletica di cantiere, con limite di velocità pari a 40 chilometri orari per i mezzi pesanti e 60 per quelli leggeri.

Proseguono dunque le indagini della Procura di Avellino e partite dopo il processo sulla strage del viadotto dell'Acqualonga, uno di quelli coinvolti nel sequestro odierno e che fu teatro nell'estate 2013 della più grande strage sulle strade italiane in tempo di pace. Morirono 40 persone delle 48 presenti all'interno di un bus che sbandando proprio in prossimità del viadotto sfondò i guardrail precipitando nel vuoto. Una strage che lasciò il segno.

Le sentenze di I grado ed il ricorso in Appello

Alla fine del processo di primo grado per quella strage del 28 luglio 2013, la sentenza aveva fatto molto discutere, ed in particolare l'assoluzione di sei persone, ovvero dell'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci e dei dirigenti Riccardo Mollo, Giulio Massimo Fornaci, Antonio Sorrentino, Michele Maietta e Marco Perna. Erano invece state condannati, lo scorso 11 gennaio, sei persone: in primis Gemmaro Lametta, titolare dell'azienda che gestiva l'autobus, al quale furono inflitti 12 anni ed Antonietta Ceriola, dipendente della Motorizzazione Civile di Napoli, condannata ad otto anni. Sei gli anni di reclusione inflitti a Gianluca De Franceschi e Nicola Spadavecchia, dirigenti di Autostrade per l'Italia, mentre Paolo Berti e Gianni Marrone (rispettivamente direttore di tronco di Autostrade e dipendente della concessionaria) erano stati condannati a 5 anni e 6 mesi. Cinque gli anni invece comminati a Michele Renzi e Bruno Gerardi, dipendenti di Aspi. Poi a fine maggio la decisione di fare ricorso in Appello contro la sentenza da parte del procuratore capo di Avellino Rosario Cantelmo affiancato dal sostituto procuratore Cecilia Annecchini.

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