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Clementino, Rocco Hunt e Neffa: la Campania rap sbarca al Festival di Sanremo 2016

Al prossimo Festival di Sanremo saranno tre gli artisti campani in gara e tutti nati dal rap: Clementino, Rocco Hunt e Neffa proveranno a ripetere l’exploit degli Avion Travel e portare a casa un titolo che manca da 15 anni.
A cura di Francesco Raiola
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Andando indietro nel tempo sono passati un bel po' di anni da quando non si vedevano tre artisti campani a sfidarsi sul palco di Sanremo per cercare di conquistare la vittoria. Quest'anno Carlo Conti, infatti, ha promosso tre cantanti che in qualche modo hanno un background simile tra loro, ovvero il rap. A salire sul palco dell'Ariston contemporaneamente, infatti, saranno Clementino (nato ad Avellino), Rocco Hunt (nato a Salerno) e Neffa (di Scafati) con quest'ultimo che è stato l'unico ad aver calpestato quel palco in qualità di Big, quando nel 2004 cantò ‘Le ore piccole' che gli permise di strappare la nona posizione.

La prima volta di Clementino

A voler essere precisi anche quello di Clementino è tecnicamente un ritorno, ma solo perché nel 2013 partecipa alla quarta serata della sessantatreesima edizione assieme agli Almamegretta, orfani quella sera di Raiz e accompagnando la band, Marcello Coleman e James Senese in una versione nuova de ‘Il ragazzo della via Gluck' di Celentano. Ma questa è la prima e vera esibizione in gara per Clemente Maccaro, vero nome del rapper, che quest'anno si è anche tolto la soddisfazione di prendersi il primo posto della classifica degli album più venduti con ‘Miracolo!', migliorando il quarto del precedente ‘Mea Culpa'.

Il ritorno di Rocco Hunt e Neffa

Poi c'è Rocco Hunt che Sanremo l'ha vinto nella sua versione ‘Nuove proposte' con ‘Nu juorno buono', pezzo che fu anche uno dei più ascoltati di quell'anno. È una conferma importante per il giovane salernitano, una delle nuove voci del rap italiano, quest'anno uscito con "A verità' che è arrivato fino al secondo posto in classifica. Proprio Hunt ha collaborato nell'ultimo album con Neffa (che di nome fa Giovanni Pallotta) che è stato uno dei padri del rap italiano, grazie al sodalizio prima con Deda e DJ Gruff, che crearono i Sangue Misto, poi coi Messaggeri della Dopa, mentre col percorso solista ha abbandonato un po' quelle sonorità per avvicinarsi a quelle del soul e del pop che renderanno il suo nome molto familiare anche al grande pubblico.

La rappresentativa campana a Sanremo

Sono passati 15 anni dalla vittoria di una band napoletana, gli Avion Travel, e durante questi anni difficilmente si sono trovate tre band/artisti contemporaneamente su quel palco: nel 2006 assieme ad Anna Tatangelo e Gigi Finizio ci furono i Soling Street Quartet che però accompagnavano la cantante israeliana Noa, mentre per il resto a contendersi la vittoria sono stati al massimo un paio tra loro e sempre di ambito pop o neomelodico: da Gigi D'Alessio alla stessa Tatangelo, passando per Maria Nazionale o, appunto, gli Alma.

Si discute da tempo su che fine abbia fatto la Neapolitan Power, dove sia la generazione in grado di prendere in mano le redini di quella cultura musicale che negli anni ha reso Napoli una delle città più importante del Paese, in grado di sperimentare e lanciare grandi artisti come Pino Daniele, James Senese, Enzo Gragnaniello, o i più recenti Almamegretta e 24 Grana, per citare quelli in grado di unire mondi molto diversi tra loro. Napoli è una città musicalmente molto viva e le domande sulle sue potenzialità si scontrano spesso con logiche di mercato che negli anni hanno un po' soffocato la possibilità di emergere senza standardizzarsi in un suono pop, leggero e facile.

La forza della scena rap campana

Poi sono arrivati Clementino e Rocco Hunt a portare la musica campana in testa alle classifiche, come non si vedeva da tempo. Entrambi negli ultimi anni hanno toccato posizioni alte, Rocco Hunt restando in prima posizione addirittura per un paio di settimane e Clementino riuscendoci per una, e tenendosi stretti entrambi l'onore di essere definiti da Pino Daniele – che li volle, lo scorso anno, sul palco con sé – i ‘nuovi poeti urbani'. Napoli, chiaramente, non è solo rap, anzi, le realtà sono notevoli: dal pop dei Fitness Forever, al cantautorato di artisti interessanti e diversi tra loro come Gnut (che più volte ha cercato di salire su qual palco) e Foja, per citarne alcuni tra i talenti più apprezzati in città, eppure pare che oggi Napoli, a parte i soliti noti, riesca a passare il Rubicone solo in quel modo. E allora, per adesso, ben venga, anche perché il genere a Napoli non è improvvisato, ma si fa forte di una scuola importante e storica che ha messo radici grazie a gruppi come La Famiglia, i 13 Bastardi, Speaker Cenzou, 99 Posse, Fuossera e Co' Sang, giusto per citarne alcuni. Non resta che capire in che modo saliranno su quel palco. Le polemiche cittadine per ‘Nu juorno buono' ancora echeggiano, assieme ai 28 milioni di visualizzazioni del video.

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