La camorra voleva far saltare in aria il procuratore di Napoli Colangelo con il tritolo
È stato sequestrato in Puglia il tritolo con cui la camorra avrebbe ucciso il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo. La camorra napoletana stava studiando gli spostamenti di Colangelo fra Puglia e Campania e aveva individuato a Gioia del Colle (Bari), dove il capo della Procura di Napoli vive, il punto strategico per colpire. È stata un'indagine della Dda di Bari, condotta grazie alla testimonianza di un collaboratore di giustizia legato alla criminalità barese originario del napoletano a smantellare il piano cui la criminalità avrebbe voluto eliminare Colangelo, che da tre anni è alla guida della Procura di Napoli.
Cinque persone fermate per l'attentato
Cinque fermi sono stati eseguiti dalle forze dell'ordine a Bari nell'ambito dell'inchiesta. I provvedimenti sono avvenuti a seguito delle indagini che hanno intercettato il trasporto del materiale esplodente da Bitonto a Gioia del Colle. L'inchiesta si è intrecciata con quella della Squadra mobile di Bari che indagava su due agguati al quartiere San Pio avvenuti lo scorso febbraio. Proprio durante le investigazioni è emerso il verbale del pentito. Le informazioni diffuse dal collaboratore gli sarebbero state riferite dal boss di Gioia del Colle Amilcare Monti Condesnitt, arrestato nel corso dell'operazione che ha sequestrato i 550 grammi di tritolo davanti alla sua tenuta.
"Che ci fossero elementi di preoccupazione da tempo era emerso anche nei giorni scorsi quando col vicepresidente del Csm Legnini abbiamo partecipato al vertice di Napoli e abbiamo rafforzato il sostegno e la sicurezza ai magistrati di Napoli. Rivolgo la mia vicinanza e la mia gratitudine a Colangelo". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. "Questa forma di aggressività – ha dichiarato – è anche legata all'efficacia dell'attività repressiva della Procura di Napoli e ai colpi che ha inferto alla camorra".