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Commissione antimafia Regione Campania, la presidente è indagata per voto di scambio

Monica Paolino (Forza Italia) è accusata di voto di scambio di stampo mafioso in relazione alle elezioni regionali dello scorso 31 maggio in Campania. Coinvolti nell’indagine anche Pasquale Aliberti, marito della Paolino e sindaco di Scafati, suo fratello e vari membri dello staff del sindaco.
A cura di Angela Marino
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Blitz dei carabinieri e della Dia negli uffici della regione Campania al Centro direzionale di Napoli. Dalle prime ore della mattina le forze dell'ordine stanno eseguendo una perquisizione nel palazzo dell'isola F 13 dove ha sede l'ufficio di Monica Paolino, consigliere regionale e presidente della Commissione antimafia in Consiglio regionale. L'ipotesi di reato per l'esponente di Forza Italia è quella di voto di scambio politico elettorale di stampo mafioso. L'indagine condotta dal pm Vincenzo Montemurro della Dda di Salerno riguarda le elezioni regionali in Campania dello scorso 31 maggio. "Stamane ho appreso con immenso rammarico e stupore di essere indagata per reati relativi a fatti di cui non sono assolutamente a conoscenza. Sono comunque serena e rimango fiduciosa nell'operato della magistratura". Così Monica Paolino.

Coinvolto anche Pasquale Aliberti, sindaco di Scafati

Nella stessa inchiesta  sono coinvolti anche Pasquale Aliberti, sindaco forzista di Scafati e marito della consigliera; il fratello del sindaco, Nello Aliberti titolare di una società di consulenza aziendale e sicurezza dei luoghi di lavoro; uno staffista del Comune di Scafati  e infine la segretaria del sindaco, ritenuta dagli investigatori il collegamento tra il sindaco Aliberti e l'exsottosegretario Nicola Cosentino, in carcere dal 3 aprile 2014. L'ipotesi di reato per il Aliberti e il suo staff è associazione di stampo mafioso. Nella sede del Comune di Scafati i militari hanno sequestrato tutta la documentazione relativa all'aggiudicazione di appalti pubblici, tra cui quello riguardante la realizzazione del Polo scolastico comunale dell'importo di circa 6 milioni di euro, al conferimento di incarichi a tempo determinato ai dirigenti dell'Ente e alle determine riguardanti i lavori di riqualificazione urbanistica e stradale. I reati contestati, a vario titolo, sono di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, concussione, corruzione e abuso d'ufficio.

L'indagine

Le indagini – riferiscono i carabinieri – sono partite a seguito dell'esplosione di un ordigno a Scafati il primo novembre 2014 davanti all'abitazione del cognato e della sorella di Vittorio D'Alessandro, consigliere comunale di minoranza del comune di Scafati. A partire da quell'episodio – dicono i militari –  è stato possibile fare luce sull'aggiudicazione di alcuni appalti pubblici.  Perquisizioni anche nelle abitazioni degli altri indagati. Il sindaco di Scafati si è detto "sereno e disponibile ad offrire alla magistratura tutti i chiarimenti che dovessero essere necessari ed utili alle indagini". "È stata ritirata presso il Comune la documentazione relativa ad alcuni appalti – si legge in una nota ufficiale del Comune di Scafati – ma si tratta di carte di poca rilevanza che gli inquirenti hanno comunque ritenuto dover acquisire".

M5S: "La Paolino si dimetta"

"La Paolino deve dimettersi immediatamente, senza aspettare neanche un secondo: abbiamo appena presentato una richiesta ufficiale firmata da tutti i nostri consiglieri" dichiara Vincenzo Viglione, consigliere regionale del M5S e membro della Commissione Anticamorra. "Che il presidente della Commissione Anticamorra risulti indagata per il reato di voto di scambio politico-mafioso, se confermato sarebbe un fatto gravissimo, l'ennesimo oltraggio alle nostre istituzioni, tanto più grave in un momento in cui la violenza della camorra sta riesplodendo nelle strade campane".

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