Comune, le opposizioni firmano la sfiducia a De Magistris ma non la depositano

Le opposizioni in consiglio comunale si ricompattano sulla sfiducia al sindaco Luigi de Magistris. Tutti e 16 i consiglieri firmano la mozione per sciogliere l'assise cittadina e andare alla elezioni. Il documento sul quale è arrivata la fumata bianca è stato discusso questa mattina in una riunione aperta a tutti i gruppi di opposizione (Pd, M5S, Fi, Lega, Napoli Popolare, FdI-An e consiglieri del gruppo misto), che si è tenuta al primo piano di via Verdi, sede del consiglio. Si è convenuto su un testo unico, che sarà corredato, poi dai documenti allegati dei diversi partiti. La mozione però non è stata ancora depositata e per questo non sono ancora scattati i termini previsti dalla norma, da 10 giorni a un mese, per la convocazione del consiglio straordinario, dove la mozione dovrebbe poi essere discussa e messa ai voti. In questo caso, per farla passare occorreranno 21 voti. In passato, un analogo tentativo per rovesciare la giunta di Rosa Russo Iervolino, naufragò perché non si raggiunsero le firme.
Opposizioni compatte contro de Magistris
Motivi strategici dietro il temporeggiamento. “Le firme – si lascia scappare qualche consigliere – potrebbero essere anche più di 16”. Ma anche la necessità per alcuni consiglieri di proseguire nelle prossime ore la riflessione politica sull'amministrazione della città. Si è cominciato ad avviare un ragionamento, per superare le differenze politiche che dividono i vari schieramenti di opposizione, sulla questione della sfiducia. L'argomento sarà comunque toccato nel consiglio comunale che si terrà il prossimo 6 novembre.
Ecco il documento unitario
Ma quali sono i motivi che hanno spinto l'opposizione a ricompattarsi sulla mozione di sfiducia? Il degrado ambientale, con la nuova crisi dei rifiuti che ha colpito diverse zone della città, lo stato degli immobili comunali, spesso occupati abusivamente, ma soprattutto due motivi tecnici, in particolare sui ritardi nell'assolvimento da parte del consiglio comunale di alcuni obblighi di legge, visto che il consiglio non si riunisce da 3 mesi, mentre lo Statuto prevede almeno una seduta al mese obbligatoria. In particolare, è sottolineato nel documento, “il consiglio comunale non ha ancora ottemperato all'obbligo temporale di legge del 30 settembre per l'approvazione del bilancio consolidato”. Inoltre, “nel medesimo periodo non sono state ratificate le deliberazioni di variazione di bilancio assunte con i poteri del consiglio”.
Da qui, la richiesta: “Il consiglio comunale – è scritto nella mozione – non può ulteriormente assistere passivo, solo per tutelare egoisticamente la propria sopravvivenza, ad un così grave degrado senza farsi complice di una inaccettabile inerzia delle istituzioni, a tutto danno della comunità e dei cittadini che in noi hanno riposto le proprie naturali esigenze aspettative per una crescita culturale e sociale. Tutto ciò premesso, i consiglieri comunali sottoscritti, consapevoli della responsabilità assunta nel 2016 a seguito delle elezioni amministrative, nei confronti di tutti i cittadini napoletani e consci dell'impossibilità di adempiere ai doveri derivanti dal proprio mandato, stante l'aggravarsi delle difficoltà riscontrate nel gruppo della maggioranza, chiedono la convocazione del consiglio comunale in seduta straordinaria a norma dell'articolo 31 dello Statuto comunale di Napoli onde procedere alla votazione per appello nominale della su estesa mozione di sfiducia, secondo gli articoli 39 e 52 del decreto legislativo 267 del 2000 che formalmente presentano”.
La svolta dopo l'audio dei consiglieri di maggioranza sul rimpasto
L'accelerazione ad un documento di sfiducia all'amministrazione de Magistris era arrivata dopo la diffusione di un audio pubblicato da Repubblica.it su una riunione privata tra alcuni consiglieri di maggioranza, sul tema del possibile rimpasto di giunta. “Ma l'audio non c'entra – spiega Aniello Esposito, capogruppo Pd – perché i motivi che sono alla base della sfiducia che hanno fatto maturare la decisione sono profondi e risalgono a mesi addietro”.