Comune, pasticcio sul bilancio: i revisori non danno il “parere” sul rendiconto

Nessun parere dei revisori sul rendiconto 2018 del Comune di Napoli. Dopo le polemiche dell'anno scorso, quando l'organo di controllo di Palazzo San Giacomo “bocciò” il consuntivo 2017 – “non si esprime parere favorevole”, scrisse – quest'anno dal documento scompare il giudizio dei revisori. I consiglieri comunali, chiamati oggi in Aula a discutere del bilancio, dovranno accontentarsi solo della relazione dei tre tecnici: Nicola Giuliano, Giuseppe Criscuolo e Giuseppe Riello.
E nelle 58 pagine del dispositivo, non mancano lavate di capo e tiratine d'orecchie. I revisori pur non dando un parere conclusivo, a differenza degli ultimi anni, non risparmiano però di sottolineare le criticità del rendiconto e di dare raccomandazioni.
A cominciare dalle percentuali di incasso di tasse e multe che restano la croce dell'amministrazione comunale, soprattutto per quelle degli anni addietro, che si fatica a recuperare. «La determinazione degli indici di riscossione – scrive il Collegio dei Revisori – con particolare riferimento alla gestione in conto residui, indica l'incapacità dell'Ente a incassare le entrate proprie. Si raccomanda di porre in essere tutte le azioni necessarie per aumentare le capacità d'incasso».
Altro neo è la scarsa liquidità a disposizione del Comune. «La situazione della cassa dell'Ente – scrivono i revisori – costituisce, inesorabilmente, un elemento di forte criticità della gestione. La scarsa e conclamata capacità di riscossione sia delle entrate proprie che dei proventi degli immobili destinati al ripiano del disavanzo comprime la possibilità di poter effettuare i pagamenti nei tempi previsti dalle disposizioni vigenti e il tutto comporta la maturazione di significativi interessi passivi a cui l'Ente deve far fronte».
Bacchettata, poi, ancora una volta, sul «ricorso sistematico all'utilizzo dei fondi vincolati per il pagamento delle spese correnti e l'utilizzo dell' anticipazione di tesoreria». «La dimostrazione chiara – sottolinea il Collegio – della cronica mancanza di liquidità. Tutto ciò rappresenta la spia di una possibile precarietà degli equilibri strutturali del bilancio, dovuta essenzialmente ad una criticità della gestione finanziaria derivante principalmente dalla difficoltà nella riscossione delle entrate di competenza e dei residui attivi».
Mentre resta ancora enorme l'importo dei debiti fuori bilancio del Comune, cioè delle spese non preventivate sostenute nel corso dell'anno, a causa di emergenze o di sentenze sfavorevoli. Nel 2018, ammontano a 67,9 milioni di euro, ai quali se ne aggiungono altri 10,9 milioni arrivati dopo la chiusura del rendiconto. «Si raccomanda di contenere, con opportuno monitoraggio, il fenomeno dei debiti fuori bilancio in quanto tali debiti, per loro natura, sono accadimenti che nel corso dell'esercizio dovrebbero avere carattere di straordinarietà ed eccezionalità, e non divenire una sorta di regola di estinzione dei debiti». Da tenere sotto controllo anche l'andamento del contenzioso.
Registra ancora un flop la lotta all'evasione. Il Collegio «con riferimento all'analisi di particolari entrate in termini di efficienza nella fase di accertamento e riscossione, rileva che non sono stati conseguiti i risultati attesi». Dal recupero dell'evasione di Ici/Imu riscossi solo 2,5 milioni su 48,8 accertati, da Tarsu-Tares-Tari 3 milioni su 41,3, da Cosap-Tosap 375mila euro su 12,6 milioni. Zero incassi dalla Pubblicità, su 3 milioni previsti, e Tassa di Soggiorno, su 100mila euro. In totale, le riscossioni della lotta all'evasione si fermano a 6 milioni di incassi su una previsione di 106 milioni. «In merito – argomentano i revisori – si osserva una limitata e preoccupante capacità di riscossione». Vanno male anche le multe al codice della strada: su 127 milioni accertati, riscossi solo 19,9 (15,68%), peggio del 2017 – incassati 18,85 milioni su 103, del 2016 riscossi 19,4 e del 2015 15,8 su 78,8. Anche sui fitti attivi le entrate accertate diminuiscono di 1,8 milioni. Viene sforato poi il tetto massimo per studi e consulenze di 7.329,99 euro, rispetto a un limite di 4mila euro. In totale si attestano a 11.329 euro. «Il Collegio raccomanda l'Ente, per le successive annualità, di rientrare nei limiti previsti riguardo la spesa " Studi e Consulenze"».
In conclusione, «Tenuto conto di quanto rilevato, considerato e proposto – scrivono i revisori dei conti – invitando l'Organo Consiliare a porre in essere quanto necessario per il superamento delle criticità evidenziate, si rassega la presente Relazione per i provvedimenti di competenza».
Nessun parere, quindi, in calce al rendiconto, a differenza degli anni passati. La relazione dei revisori sul rendiconto 2017, infatti, si chiuse con “parere non favorevole” nelle conclusioni. Ne scaturirono forti polemiche con l'amministrazione arancione. L'assessore al Bilancio Enrico Panini sottolineò come nella norma non fosse previsto alcun parere dei revisori sul bilancio di rendiconto, a differenza del bilancio di previsione. Ancora più duro il sindaco Luigi de Magistris, che lo definì «l'espressione di un parere giuridicamente non conforme al Tuel (Testo unico enti locali)». Intanto, tra le varie delibere che andranno domani in Aula, assieme al rendiconto, ci sarà anche quella che prevede l'aumento del compenso dei revisori dei conti. Una modifica retroattiva da gennaio 2019, consentita dal decreto Salvini-Tria del 2018, ma che necessita dell'approvazione del consiglio comunale.