Condannati a cinque secoli di carcere i boss della “Paranza dei Bambini”

Maxi-condanne per i boss della cosiddetta "paranza dei bambini" di Forcella e dei Decumani, nel cuore del centro storico di Napoli: cinque secoli di carcere la pena totale inflitta dai giudici della Corte d'Appello di Napoli per i quarantadue imputati, facenti parte dei clan rivali dei Giuliano e dei Mazzarella.

Per mesi, i due clan si erano fronteggiati in una violenta e feroce faida di camorra, che fu caratterizzata non soltanto da omicidi cruenti, ma anche dalle "stese" nel centro cittadino, ovvero raid armati da parte di gruppi di fuoco, che sparando colpi in aria rimarcano o il "possesso" di un territorio oppure un'intimidazione vera e propria verso gli avversari.

Condannati, dunque, sia gli esponenti della paranza dei bambini appartenenti ai Giuliano, nipoti degli storici capi della camorra che negli anni Ottanta mossero guerra contro la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo ed in seguito diventati pentiti, sia quelli appartenenti al clan dei Mazzarella, che dalla periferia "premevano" verso il centro di Napoli alla ricerca del proprio "spazio vitale".

Tra le varie condanne, le più pesanti sono toccate ad alcuni babyboss dei Giuliano, che si sono visti infliggere fino a 16 anni di carcere. Complessivamente, le condanne emanate arrivano a cinque secoli. Tra i quarantadue imputati, la Corte d'Appello di Napoli ha condannato tra gli altri Salvatore Amirante ad otto anni, Ciro Brunetti a dodici anni, Manuel Brunetti a sedici anni, Salvatore Cedola a sedici anni, Antonio Giuliano a sedici anni, Cristiano Giuliano a sette anni, Daniele Giuliano a sei anni, Giuseppe Giuliano a dodici anni, Guglielmo Giuliano a quattordici anni, Luigi Giuliano junior a quattordici anni, Manuel Giuliano a quattordici anni e la loro madre, Carmela De Rosa, a sei anni.