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Covid 19

Medici e professionisti contagiati, nessuna allerta: com’è nato il focolaio Covid al Vomero

Un’alta percentuale di medici, con il più grande polo ospedaliero del Mezzogiorno, e un gran numero di professionisti, soprattutto avvocati con più possibilità di viaggio nei primi tempi prima del lockdown, potrebbero essere tra le cause all’origine del focolaio del Vomero-Arenella, rivelato stamattina dal Governatore Vincenzo De Luca.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Un'alta percentuale di medici, con il più grande polo ospedaliero del Mezzogiorno, e un gran numero di professionisti, soprattutto avvocati con più possibilità di viaggio nei primi tempi prima del lockdown, potrebbero essere tra le cause all'origine del focolaio del Vomero-Arenella, rivelato stamattina dal Governatore Vincenzo De Luca. Mentre si aspettano ancora i numeri del contagio. Non a caso, due dei medici di famiglia contagiati a Napoli, tra cui uno deceduto, erano proprio di questa zona. Quest'ultimo aveva continuato a ricevere a studio i pazienti fino a quando si è accorto dei primi sintomi. Nessuna colpevolizzazione, sia ben chiaro: ammalarsi di Coronavirus non è una colpa, soprattutto per chi fa il proprio mestiere con dedizione in prima linea, mettendo a rischio la propria vita. Ma solo una ricerca delle cause alla quale stanno lavorando anche i tecnici dell'Asl Napoli 1 Centro, che stanno studiando i dati. Si indaga adesso anche su medici e asintomatici, che potrebbero essere stati veicolo inconsapevole di contagio. Mentre proprio al Vomero è massiccia la presenza anche delle case di cura e residenze per anziani. Proprio nel Vomero Alto potrebbero essere concentrati 3 dei 4 cluster che hanno allertato la Regione Campania, l'altro invece, dovrebbe essere al confine con Chiaia.

Il presidente della Municipalità: "Evitiamo allarmismi, aspettiamo i dati"

Quando il presidente della Regione ha diffuso la notizia del focolaio al Vomero, il presidente della Municipalità Paolo De Luca si è subito attivato per capire. “Evitiamo di diffondere allarmismi – avverte il presidente della V Municipalità, Paolo De Luca – ho provveduto già a contattare l'Asl Napoli 1, con la quale è già in corso l'interlocuzione continua dall'inizio della pandemia, e intendo chiarire sin da subito che più che parlare di focolai è corretto parlare di alto numero di contagi. Tutti siamo preoccupati, ma questo dato deve essere confortato da un elemento numerico e di analisi. Non c'è al momento – spiega De Luca – un condominio interessato.

Quali possono essere le cause del picco? “La nostra Municipalità – riprende il presidente del parlamentino di via Morghen – ospita la Zona Ospedaliera più grande del Mezzogiorno così come quella commerciale fra le più grandi d’Europa, mercati all'aperto, innumerevoli professionisti appartenenti a tutte le categorie ed in particolare a quella della sanità. Registriamo numerosi concittadini appartenenti alle categorie sanitarie a rischio. Il tutto in un territorio con una densità abitativa altissima (il doppio della media cittadina), fra le più alte di Italia e d'Europa. Non vorrei che quel dato fosse influenzato da queste attività. I professionisti hanno molti contatti con più persone. Uno dei principali luoghi di inizio del contagio a Napoli, ricordo, è stato proprio il Tribunale. E al Vomero-Arenella noi abbiamo molti magistrati e avvocati residenti. I medici di famiglia contagiati, di cui uno deceduto, sono del Vomero.

Da via Cilea al Rione Alto, le zone sotto attenzione

Quali possono essere le zone sensibili? Aspettiamo i dati certi – afferma De Luca – anche se è chiaro che l'attenzione è su quelli a maggiore densità abitativa e di scambi: via Cilea, la zona residenziale dell'Arenella, il centro del Vomero. Ma al mercatino di Antignano non credo ci siano state più persone che alla Pignasecca o ai Vergini. Ad ogni modo, l'invito, accorato, che rivolgo alla comunità collinare è, proprio per quanto dicevo poc'anzi, di restare a casa, di insistere con il distanziamento sociale e l'isolamento domiciliare da interrompersi solo per veri e propri casi di necessità indifferibili. Ce la faremo, se sapremo rispettare noi stessi, i nostri cari, i nostri concittadini”. Alle ore 11,00 di stamattina, intanto, a Napoli si contavano 813 positivi al Coronavirus, di cui 132 asintomatici, 169 ricoverati in ospedale (di cui 11 in terapia intensiva), 564 in isolamento domiciliare, 42 deceduti, 95 clinicamente guariti e 38 guariti con doppio tampone.

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