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Covid 19

Coronavirus Campania, previsione contagi a maggio con la riapertura e la Fase 2

Nei primi 15-20 giorni dopo la riapertura è atteso un aumento nel numero di casi di positivi al tampone Covid-19. Ma se tutti faranno la propria parte non saranno così tanti da giustificare nuove misure di inasprimento degli spostamenti o chiusure di luoghi pubblici e di aggregazione. L’analisi condotta dal team di fisici per Fanpage.it: ecco cosa accadrà in Campania.
A cura di Cir. Pel.
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Covid-19 in Campania: tutti si aspettano di poter leggere "contagi zero" a partire da maggio ma così non sarà. Lo dicono gli epidemiologi e i virologi, non sarà possibile. Bisognerà convivere col virus, attuare distanziamento sociale, usare la mascherina, evitare di esporsi se si è a rischio, attendere con pazienza i progressi della scienza e un vaccino. Nel frattempo, l'ultimo grafico elaborato per Fanpage.it da un team di fisici campani composto da Clementina Sasso (Inaf, Istituto Nazionale Astrofisica), Maria Rosaria Santovito (Co.Ri.S.T.A., Consorzio di Ricerca su Sistemi di Telesensori Avanzati), Raffaele Liuzzi e Giorgio Punzo (CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche), e che traccia  l'andamento della percentuale dei tamponi positivi rispetto al numero di tamponi effettuati per la Regione Campania, spiega quanto sarà verosimile attendersi: se tutto andrà bene, ovvero un progressivo crollo dei casi di positivi al tampone non prima di una modesta ripresa degli stessi, conseguente la riapertura e le maggiori possibilità di contagio, certe per statistica. Fondamentale sarà tenere sotto controllo il day-by-day per orientarsi sulle scelte di riapertura e chiusura di luoghi d'aggregazione.

A poche ore dall'inizio della Fase 2, vogliamo dare un aggiornamento sulla situazione "contagio" in Campania. La nostra previsione, riportata più volte su questa testata, continua ad essere valida. Questo è ben visibile nello zoom all'interno del grafico dove è chiaro che, dopo qualche giorno di aumento della percentuale dei tamponi positivi sui tamponi effettuati registrati nei giorni seguenti la Pasqua, i punti relativi agli ultimi giorni sono tornati a posizionarsi intorno alla linea rossa di previsione.  Siamo a valori dello 0,4%. Inoltre, il numero degli attuali positivi (persone attualmente contagiate) è in diminuzione come quello degli ospedalizzati e degli occupanti le terapie intensive. La costante diminuzione del valore di questi quattro indicatori ci permetterà di gestire al meglio lo sviluppo di eventuali nuovi focolai. Sono questi fenomeni che si continuerà a monitorare con il controllo continuo della popolazione attraverso tutti gli strumenti attualmente a disposizione, come ad esempio i tamponi.  Per la Fase 2, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato, in data 30 aprile 2020, il documento che ha il compito di disporre le misure per il delicato controllo sanitario di questa nuova fase.

Infatti, come riportato esplicitamente nel documento stesso “[…] nei primi 15-20 giorni dopo la riapertura è atteso un aumento nel numero di casi (positivi ndr.) […]”. Il Ministero della Salute intende monitorare con 21 indicatori il controllo dei nuovi positivi. Per ognuno di questi indicatori è stato individuato un valore di soglia ed un valore di allerta. In dettaglio i 21 indicatori sono così suddivisi:• 6 sono relativi alla capacità di monitorare i nuovi positivi, ossia acquisizione della data di inizio sintomi, storia del ricovero ospedaliero, data del trasferimento in terapia intensiva (TI), comune di residenza/domicilio, controllo del numero delle checklist somministrate a residenze sociosanitarie;• 6 riguardano la capacità di accertamento diagnostico, indagine e ricostruzione dei contatti;• 9 si riferiscono alla misura della stabilità del fattore di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari.Il raggiungimento di uno dei valori di soglia/allerta degli indicatori sarà valutato utilizzando un specifico algoritmo, che permette la stima della probabilità e dell’impatto del rischio del particolare dato “fuori soglia”. Sulla base del valore ottenuto potrebbe essere necessario attivare nuovamente misure più restrittive, non esplicitamente indicate, rispetto a quelle già previste a partire dal 4 maggio 2020.

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