Coronavirus, il Cotugno vuole sperimentare la terapia al plasma col sangue dei guariti
«Non essendo stata trovata ancora una terapia idonea, un vaccino, si "sperimentano" varie soluzioni. L'ultima, appena verrà approvata dal Comitato etico, cominceremo con il plasma terapia, cioè con l'usare il plasma di persone guarite dal Covid – 19 che presentano una carica anticorpale notevole (infatti è definito ‘plasma iperimmune‘) per guarire a loro volta ricoverati e ammalati, soprattutto tentare una cura d'urto con chi versa in gravi condizioni. Quindi si fanno delle prove come il farmaco antireumatico (Tocilizumab, la cosiddetta Cura Ascierto ndr.). L'importante non è nuocere all'ammalato».
Nicola Maturo è il responsabile del Pronto Soccorso infettivologico dell'ospedale Cotugno, presidio in prima linea contro il Coronavirus dall'inizio dell'emergenza. È qui che i primi pazienti, trattati con il farmaco sperimentale Tocilizumab, in collaborazione con il Pascale, sono stati dimessi. Quando racconta a Fanpage.it il prossimo passo delle sperimentazioni in campo per combattere il virus, è cauto. Sarà il Comitato etico a dover dare il via libera alla sperimentazione dell'infusione di plasma iperimmune, mentre in altre regioni è già partita la sperimentazione. E questo fa ben sperare.
Va tuttavia ricordato che non esiste, oggi, un vaccino in grado di sconfiggere un virus ancora in parte sconosciuto. Il Tocilizumab stesso, farmaco per l'artrite reumatoide che si sta sperimentando per curare anche la polmonite, la maggiore e più pericolosa complicazione del Covid-19, non è e non può essere al momento considerato un vaccino, ma un medicinale che aiuta. Qualora il Comitato etico dovesse pronunciarsi con parere favorevole, comincerà grazie a chi ha sconfitto il Covid – 19 e vorrà mettersi a disposizione di quei medici e quei pazienti che ancora oggi lottano contro il virus, una nuova sperimentazione.