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Il sindaco di Sorrento: “I due cinesi infetti da Coronavirus non sono mai stati qui”

Ieri sono arrivati i primi due casi di coronavirus in Italia: si tratta di due turisti cinesi, ricoverati a Roma. I due facevano parte di una comitiva dalla quale si erano separati da tempo e che, nei giorni scorsi, ha visitato l’Italia: come ha reso noto il direttore generale dell’Asl Nicola Lorusso, il gruppo di turisti era stato anche a Sorrento, ma il sindaco sorrentino ha poi precisato che questo non fosse mai accaduto.
A cura di Redazione Napoli
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La notizia è arrivata nella serata di ieri: due casi di coronavirus in Italia. Si tratta di due turisti cinesi in visita a Roma, che adesso sono ricoverati all'ospedale Spallanzani. Come ha spiegato il direttore generale dell'Asl Nicola Lorusso in una intervista a "Ciociaria Oggi", i due contagiati facevano parte di una comitiva, dalla quale però si erano separati da tempo, che da giorni sta visitando l'Italia: tra le varie tappe, si era diffusa la notizia che i due fossero stati anche Sorrento, dove il gruppo di turisti avrebbe soggiornato prima che il loro autobus fosse intercettato a Cassino. La notizia del loro arrivo a Sorrento è stata poi smentita dal sindaco della cittadina sorrentina. Nelle ore precedenti, invece, il direttore generale dell'Asl Lorusso aveva spiegato che nella cittadina al confine tra Lazio e Campania, la comitiva non è mai arrivata.

"Appena avuta notizia dei due casi sospetti – spiega Lorusso – le autorità sanitarie e militari italiane si sono messe in moto ed hanno rintracciato il pullman a bordo del quale si trovava la comitiva della quale fino ad alcuni giorni fa avevano fatto parte i due cinesi ricoverati allo Spallanzani. Avvisati che il pullman era sull'A1 diretto a Cassino, insieme alla polizia mi sono recato personalmente al casello di Cassino. Qui l'autobus è stato fermato e insieme agli agenti di polizia consigliato di riprendere la marcia verso Roma per accompagnare la comitiva, a scopo precauzionale, allo stesso Spallanzani per i controlli del caso, essendo stati i turisti che erano giunti al nostro casello a contatto con i due ricoverati con sintomi sospetti all'ospedale capitolino. Cosa che i responsabili della gita hanno fatto continuando quindi la loro corsa alla volta della Capitale, e non più di Cassino, scortati dalle volanti della polizia".

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