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Covid 19

Le farmacie di Napoli: ‘Ci servono più mascherine’

L’Ordine dei Farmacisti di Napoli ha chiesto al Prefetto Marco Valentini misure urgenti per ridurre i rischi di contagio da coronavirus; tra le richieste, l’invio di un quantitativo adeguato di mascherine e dispositivi di protezione individuali, in special modo per gli operatori sanitari, e la possibilità di svolgere il servizio a serrande abbassate per evitare contatti diretti e assembramenti.
A cura di Nico Falco
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Per continuare a garantire un servizio essenziale come quello delle farmacie, c'è bisogno urgente di dispositivi di protezione individuale, come le mascherine che già da giorni sono praticamente introvabili, e di prendere precauzioni come potrebbe essere lo svolgere il servizio a serranda abbassata, limitando così i contatti diretti con gli utenti ed evitando gli assembramenti nei locali, così come disposto dalle misure indicate dal governo per ridurre i rischi di diffusione del coronavirus.

L'allarme è lanciato dall'Ordine dei Farmacisti di Napoli, che ha chiesto misure urgenti di protezione per scongiurare il pericolo che il Covid-19 si diffonda anche tra i farmacisti, causando chiusure a catena e il conseguente venir meno dell'approvvigionamento dei farmaci. La richiesta, inviata al prefetto di Napoli Marco Valentini, arriva "anche alla luce del provvedimento regionale del 4 marzo che prevede in Campania l'invio telematico della ricetta elettronica direttamente in farmacia per consentire di sgravare i medici di base ed evitare assembramenti in modo da diminuire i contagi".

"In questa fase estremamente delicata è necessario evitare la diffusione del Covid tra i farmacisti – dice il presidente dell'ordine dei farmacisti di Napoli, Vincenzo Santagata – questo determinerebbe il conseguente provvedimento di chiusura con inimmaginabili conseguenze sulla salute pubblica e sul sistema sanitario per garantire il regolare approvvigionamento di farmaci e prodotti sanitari. Si chiede con assoluta urgenza la disponibilità di mascherine e di altri dispositivi di protezione individuale nel quantitativo idoneo a coprire le esigenze degli operatori sanitari, che in prima linea e a stretto contatto con migliaia di utenti ogni giorno rappresentano il primo avamposto sanitario di pronto intervento".

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