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Medici e infermieri contagiati dal Coronavirus: ‘Diffusi dati falsi, 15 solo al Cardarelli’

I dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità affermano che in Campania c’è un solo operatore sanitario contagiato dal coronavirus. Situazione a cui replica l’Anaao Assomed: ce ne sarebbero molti di più, 15 casi soltanto nell’ospedale Cardarelli di Napoli. Senza contare quelli ancora non scoperti, perché i risultati dei tamponi arrivano con alcuni giorni di ritardo.
A cura di Nico Falco
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Non ci sarebbe soltanto un operatore sanitario contagiato da coronavirus in Campania, ma ne sarebbero molti di più. Lo sostiene l'Anaao Assomed Campania, che replica ai dati diffusi il 25 marzo dalla task force dell'Istituto superiore di Sanità, secondo cui si sarebbe registrato solo un caso di positività tra quelli che lavorano negli ospedali in regione. Raggiunto da Fanpage.it, Maurizio Cappiello parla di "una notizia assolutamente inverosimile". "Solo all'ospedale Cardarelli di Napoli abbiamo censito 15 positivi al Covid-19 tra il personale sanitario", aggiunge il rappresentante del sindacato medico.

Tra gli operatori sanitari, inoltre, i tempi di attesa per effettuare e conoscere i risultati dei tamponi sono molto lunghi. Come accade all'ospedale Pellegrini di Napoli, dove per conoscere l'esito del test si deve aspettare almeno 5 giorni. "Tra il personale sanitario ci sono stati un'ottantina di tamponi dopo i casi accertati nel reparto di Medicina generale – spiega Luigi Brancaccio della CGIL – stiamo ancora aspettando i risultati".

Ieri Daniele, un infermiere di Teverola in servizio all'Azienda dei Colli di Napoli, ha lanciato un appello sui social ai cittadini, invitando tutti a rispettare le misure previste nei decreti del Governo e nelle ordinanze della Regione Campania. Il giovane, 28 anni, è attualmente in isolamento: è risultato positivo al virus Sars-Cov-2, dopo essere entrato in contatto con alcuni pazienti contagiati. Nel video spiega che i dispositivi di protezione individuale sono scarsi e ci sono pochissimi posti letto e che limitare il contagio restando a casa è l'unico modo per evitare che si arrivi al punto di dover scegliere chi curare e chi no.

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