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Covid 19

Al Comune di Napoli è caos telelavoro. Videoconferenza per i consiglieri

Parte la sperimentazione al Consiglio comunale di Napoli per le riunioni delle commissioni consiliari via Skype. Intanto, sono poche decine le domande per accedere al telelavoro arrivate nel weekend al Comune di Napoli da parte dei dipendenti. Ma l’attuazione non è semplice. L’istruttoria è in capo ai dirigenti di ciascun servizio, che dovranno valutare i requisiti e le condizioni: ma ci sono difficoltà tecniche e organizzative. Va data priorità alla continuità dei servizi.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Riunioni delle commissione consiliari via Skype al Comune di Napoli per fronteggiare il Coronavirus. "Abbiamo deciso di avviare la sperimentazione dopo le richieste di alcuni presidenti di commissione – racconta il presidente del Consiglio Comunale, Sandro Fucito – le attività devono andare avanti. Abbiamo chiesto un parere al segretario generale, che per le vie brevi è stato d'accordo". I consiglieri comunali che vorranno fare richiesta, insomma, potranno partecipare alle riunioni delle commissioni consiliari tramite collegamento via Skype col cellulare. Il tutto mentre arrivano le prime domande per accedere al telelavoro al Comune di Napoli, molte provengono dagli amministrativi impiegati nelle scuole chiuse, che stanno continuando ad andare a lavoro. Una decina dai gruppi del consiglio comunale, ma sono destinati ad aumentare. Diversi i motivi delle richieste: figli a scuola, motivi di disabilità, legge 104 e qualcuno per la difficoltà dei mezzi pubblici. Ma nel complesso ancora poche richieste è subito caos sulle modalità attuative.

Nelle domande precedenza alle fasce di lavoratori a rischio

Palazzo San Giacomo giovedì scorso ha approvato la delibera che ha esteso la possibilità di aderire al Lavoro Agile, già avviato in via sperimentale a fine febbraio per una settantina di dipendenti, a tutti gli altri lavoratori del Municipio, con precedenza per le lavoratrici in stato di gravidanza, i genitori di figli minori per la durata della sospensione delle scuole o di figli disabili gravi, gli invalidi, chi abita lontano. Subito sono arrivate decine di domande, ma solo venerdì si è cominciato seriamente a prenderle in considerazione, dopo la pubblicazione della circolare esplicativa. Tra le varie opzioni, è stata offerta la possibilità di aderire al telelavoro anche solo per alcuni giorni a settimana. O di effettuare la rotazione tra i dipendenti.

Parte il telelavoro, ma è già caos sulle postazioni da casa

Le prime postazioni di telelavoro dovrebbero essere attive già da lunedì 9 marzo 2020, ma non mancano le difficoltà. Non basta, infatti, avere un pc a casa. Affinché il lavoro agile funzioni, infatti, bisogna poter accedere ai vari servizi da remoto attraverso reti VPN, una sorta di rete Lan chiusa, ma a distanza, cioè non collegata fisicamente da un cavo come avviene in ufficio. Mentre per alcune categorie, come gli assistenti sociali, potrebbe essere complicato svolgere la propria attività da casa. La decisione finale sull'accettare o meno la domanda del dipendente, poi, spetta al dirigente del rispettivo servizio. La circolare spiega che il dirigente deve dare priorità, nella scelta, a garantire “l'adeguato presidio dei servizi all'utenza e la continuità amministrativa attraverso la presenza di adeguato contingente di personale”. Deve, inoltre, “definire le modalità di svolgimento dell'attività lavorativa in modalità agile, individuando obiettivi realizzabili e misurabili, e precisando se per la realizzazione lavorativa è necessaria o meno l'attivazione della connessione VPN”. Procedure che non sono state ancora ultimate.

Come si accede al telelavoro?

Nella domanda al dirigente del proprio servizio, i dipendenti devono autocertificare di trovarsi in una delle condizioni previste, allegare le certificazioni sanitarie, per esempio sullo stato di gravidanza o i verbali sulle condizioni di disabilità gravi per i figli, o i certificati dei medico curante che prescrivono la necessità di permanenza presso il proprio domicilio. C'è tempo fino a mercoledì per presentare i documenti. I genitori con figli nati dal 1 gennaio 2007, non monogenitori, devono attestare che l'altro genitore è lavoratore e che non si trova nella condizione di sospensione della propria attività e che il richiedente è l'unico in famiglia ad avvalersi del lavoro agile, possibilità data fino al 15 marzo, salvo proroga.

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