Napoli, dal Comune no al telelavoro per la Polizia Locale: sarà in strada
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Coronavirus, no al telelavoro per la Polizia Municipale, dovrà restare in strada. Esclusi anche i dipendenti di Protezione Civile e gli assistenti sociali". Il Comune di Napoli, dopo la delibera di giovedì scorso che aveva concesso a tutti i dipendenti di fare domanda per il lavoro da casa, fa dietrofront. Per tutte queste categorie sarà possibile accedere al lavoro agile solo per chi svolge attività amministrative. Nel caso dei vigili urbani circa 500 dipendenti su 1.500. Negli ultimi giorni, infatti, erano arrivate tantissime domande per il telelavoro, anche tra i vigili urbani. Gli agenti della Polizia Municipale, infatti, in questi giorni saranno impegnati in prima linea per vigilare sugli spostamenti in città, dopo il decreto del Governo che ha dichiarato tutt'Italia zona rossa. Gli assessori Enrico Panini (Bilancio), Monica Buonanno (Lavoro) e Francesca Menna (Salute): "Serve empatia tra istituzioni e dipendenti in questa fase".
Telelavoro, boom di domande nel weekend
La delibera approvata giovedì scorso, che aveva esteso a tutti i dipendenti comunali la possibilità di accedere al lavoro da casa, già avviata a fine febbraio in via sperimentale per 73 lavoratori. Tra il weekend e l'inizio di questa settimana è arrivato un boom di domande, compresa la Polizia Municipale. “Sul piano applicativo – scrive il Municipio – sono state segnalate varie criticità derivanti dalle numerose domande presentate e pertanto si rende necessario fornire indicazioni operative che consentano di assicurare la funzionalità degli uffici e l'erogazione dei servizi alla cittadinanza evitando di assistere passivamente a ingiustificati fenomeni di panico”. I correttivi si sono resi necessari anche alla luce dell'ultimo Dpcm del Governo del 9 marzo, in vigore da ieri fino al 3 aprile, che ha attribuito anche alla Polizia Municipale il compito di vigilare sugli spostamenti in città, alla luce delle nuove limitazioni per il contenimento del rischio contagio.
No al lavoro da casa per i vigili urbani, dovranno stare in strada
La possibilità del lavoro agile, specifica Palazzo San Giacomo nella delibera con i correttivi approvata ieri, “non è estesa a dipendenti di profili Area Vigilanza e area socio-assistenziale e ai dipendenti Protezione Civile, che possono essere ammessi qualora svolgano anche attività amministrative da svolgere fuori dagli uffici”.
Il telelavoro potrebbe durare fino a 6 mesi
Il Dpcm del Governo del 9 marzo 2020 prevede misure straordinarie di prevenzione fino al 3 aprile. Ma il telelavoro potrebbe durare anche oltre, in base all'evolversi dell'epidemia da Coronavirus. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha dichiarato a partire dal 31 gennaio scorso, 6 mesi di stato di emergenza sanitaria, a seguito della dichiarazione dell'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Comune, quindi, specifica che il telelavoro potrebbe proseguire “per la durata dell'emergenza”.
Cosa cambia con la nuova delibera
Palazzo San Giacomo con la delibera 64 del 6 marzo 2020 aveva adottato “le prime misure urgenti dirette all'ampliamento del lavoro agile per il personale del Comune di Napoli, superando il regime di sperimentazione”, che ha dato la possibilità al personale di altri settori aggiuntivi alla sperimentazione di fare richiesta con manifestazione interesse di smart working per tutte le categorie e tutte le tipologie di rapporto di lavoro, fino ad allora limitato alle categorie D e C a tempo indeterminato. Con la nuova delibera numero 70 del 10 marzo si conferma che potranno accedere al lavoro da casa anche i dipendenti a tempo determinato e delle categorie A e B, come i custodi e gli addetti non specializzati, e si stabilisce che il telelavoro potrà essere fatto per un numero limitato di giorni. L'invalidità a titolo personale per la legge 104 dovrà essere grave e legata a patologie, con l'attestazione del medico di famiglia per la permanenza presso il domicilio.
I sindacati: vanno chiusi i servizi non sanificati
Intanto, i sindacati Fp Cisl, Uil e Csa hanno chiesto “ad horas la sospensione dei servizi erogati in contrasto alla normativa di protezione sanitaria decisa dal Governo. In particolare tutti quei servizi dove non è avvenuta la sanificazione e mancano totalmente igienizzanti, mascherine e distanze di protezione”. Mentre la Cgil Fp chiede "l’immediata chiusura di tutti i servizi non essenziali e l'applicazione omogenea delle modalità di lavoro agile in tutti gli uffici comunali, eliminando le difformità che sempre più frequentemente si stanno sviluppando sul territorio da parte dei dirigenti".
Gli assessori Buonanno e Menna: "serve empatia"
"In questa fase preoccupante per il nostro Paese – affermano il vicesindaco Enrico Panini e gli assessori Monica Buonanno (Lavoro) e Francesca Menna (Salute) – è richiesta una maggiore empatia politica da parte delle Istituzioni e, pertanto, con la finalità di conciliare le inderogabili esigenze di prevenzione dei fenomeni di possibile contagio con le necessità organizzative e funzionali dell’amministrazione, abbiamo preferito individuare modalità semplificate e ampliate d’accesso, seppur temporanee, per garantire il benessere e la tutela di tutti”. A seguito dell'ultimo Dpcm del 9 marzo, la giunta ha deciso di "ampliare temporaneamente la misura del lavoro agile (già prevista nella delibera 64/2020) a tutti i dipendenti, compresi quelli a tempo determinato. Da questo momento e per tutta la durata della fase emergenziale, i dipendenti potranno richiedere di esercitare la propria prestazione lavorativa anche per un numero limitato di giorni, qualora l’attività svolta non richieda la presenza fisica nella sede lavorativa. Per questo motivo, possono essere ammessi anche al lavoro agile i dipendenti che si trovino a svolgere attività, per le quali il dirigente di riferimento possa definire i contenuti della prestazione di lavoro da svolgere fuori dagli uffici dell’Amministrazione. Si è voluto, inoltre, intervenire anche sulla procedura di autorizzazione assegnandola direttamente al dirigente, con la finalità di rendere più rapido il percorso di approvazione della richiesta".