Napoli, San Gregorio Armeno è deserta. I presepiai: “Commercio in ginocchio”
L'emergenza Coronavirus non risparmia San Gregorio Armeno. Anche la storica strada dei presepi napoletani, meta dei turisti di tutto il mondo, sta soffrendo enormemente del calo delle presenze. Zero sbarchi dalle navi da crociera, bloccate le gite delle scolaresche, ridotti al lumicino anche gli arrivi dei turisti in aeroporto. Strada deserta, commercio in ginocchio. Le botteghe artigiane sono vuote, i presepiai aspettano sull'uscio, ma non passa nessuno. “Vedere San Gregorio Armeno così vuota fa impressione – racconta Gabriele Casillo, dell'associazione Corpo di Napoli che rappresenta gli artigiani pastorai e presepiai – In una giornata di lavoro una bottega incassa appena 10 euro. Così andremo in rovina. Con le vendite online non riusciamo a sopravvivere. Le istituzioni ci aiutino. Servono misure di sostegno all'artigianato”.
Il maestro Capuano: “Da settimane non vendiamo nulla”
“Questo Coronavirus sta uccidendo il commercio – si sfoga Vincenzo Capuano, dei fratelli Capuano di San Gregorio Armeno – Le presenze dei turisti sono crollate. Non si vende niente. Gli ultimi acquirenti risalgono al weekend quando è scoppiata l'emergenza al Nord Italia. C'erano ancora alcuni turisti del nord che hanno fatto acquisti. Poi sono scomparsi tutti. Ci siamo solo noi dietro i banconi. Raramente entra qualcuno a comprare qualche cordicella portafortuna, ma la crisi è enorme”. Anche se marzo non rientra proprio nell'alta stagione per San Gregorio Armeno, Capuano non ha dubbi: “Rispetto all'anno scorso, c'è stato un crollo. Questa strada ormai era diventata zona turistica. Qui c'è un viavai di croceristi, comitive con guide che arrivano da alberghi e B&B. Oggi non c'è nulla”.
L'artigiano Vucai: “Qui è tutto sanificato e sicuro”
“Non capiamo per quale motivo il commercio si è così azzerato anche a San Gregorio Armeno – aggiunge un altro storico maestro presepiaio, Aldo Vucai, di Alpa Presepi – Qui non abbiamo casi di contagiati. Abbiamo fatto le sanificazioni delle botteghe, come ci ha chiesto il Comune. Ma ciò nonostante la gente non viene più. Hanno tutti paura, ma qui è sicuro. Siamo noi i primi ad avere la massima attenzione sulle misure di prevenzione. Vorremmo che le istituzioni regionali veicolassero un messaggio positivo, invece di raccontare solo del contagio. Quanto ho incassato ieri? Ma sono due settimane che non riesco a vendere neanche una statuina, mi viene l'angoscia solo a vedere fuori la strada deserta. Siamo avviliti e siamo preoccupati per le nostre famiglie".
Di Virgilio: "Ecco la statuina contro il Coronavirus"
Contro l'epidemia scende in campo anche il maestro Genny Di Virgilio, che ha realizzato l'originale statuina "Scio Scio? Ciucciué", il gobbetto con gli amuleti, tipico della cultura napoletana, che, in cambio di un obolo, assicura di essere in grado di allontanare il malocchio e gli influssi negativi, anche delle malelingue, spargendo incenso e recitando una litania. "In un momento come quello che stiamo vivendo – spiega Genny Di Virigilio – ho pensato fosse opportuno sdrammatizzare. Peppino De Filippo diceva ‘non e' vero ma ci credo'. E anch'io sono dello stesso avviso…".