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Covid 19

Scuole chiuse a Napoli, ma il Comune spegne i termosifoni. Impiegati al gelo

Il Comune ha chiuso le scuole comunali agli studenti per il Coronavirus, ma sono stati spenti anche i termosifoni, come succede durante le feste di Natale per risparmiare. La denuncia dei sindacati: “In molti plessi gli impiegati amministrativi che devono continuare ad andare a lavoro soffrono il freddo. Si riattivino i caloriferi”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Le scuole comunali sono chiuse per la prevenzione dal Coronavirus, ma Palazzo San Giacomo spegne anche i termosifoni nei plessi, come fa durante le feste di Natale per risparmiare. Così, gli amministrativi che stanno continuando ad andare a lavoro, nonostante la sospensione delle lezioni in presenza degli studenti, sono costretti a restare negli uffici al freddo. A denunciarlo sono i sindacati Cisl Fp, Uil Fpl e Csa, che hanno inviato una nota al vicesindaco Enrico Panini, all'assessore alla Scuola Annamaria Palmieri, e agli uffici competenti, minacciando di rivolgersi all'Ispettorato del lavoro. Nelle scuole materne, d'infanzia e negli asili nido, che si trovano in zone particolarmente umide o fredde, infatti, in questi giorni di cattivo tempo, il personale può risentirne. La preoccupazione dei sindacati è che questa situazione, inoltre, abbassando le difese immunitarie per il freddo, possa esporre maggiormente i dipendenti al rischio di contagio da Coronavirus. A seguito delle proteste delle scuole, poi, il Comune ha disposto l'accensione dei termosifoni per almeno 3 ore. "Ma i dipendenti lavorano anche 7 ore", sottolinea Annibale De Bisogno (Uil Fpl).

I sindacati al Comune: "Riaccendere subito i termosifoni a scuola"

Da qui, la denuncia al Comune sul ripristino delle “corrette condizioni microclima scuole e nidi comunali”. I sindacati, scrivono Agostino Anselmi (Cisl Fp), Annibale De Bisogno (Uil Fpl) e Francesca Pinto (Csa), denunciano “le condizioni in cui sono costretti a lavorare il personale amministrativo e di supporto nelle scuole nidi comunali all'indomani della sospensione delle attività didattiche. Non comprendiamo su disposizioni di chi, in assenza dei bambini, non vengono accesi i caloriferi tenendo all'addiaccio il personale presente per tutta la durata dell'orario di lavoro”.

“Nel considerare siffatta condizione lesiva della salute sui luoghi di lavoro e discriminatoria rispetto alla platea degli altri lavoratori dell'Ente – conclude la nota – chiediamo oltre all'individuazione dei responsabili, l'immediato ripristino delle condizioni di microclima all'interno delle strutture ove è presente e permane il personale, onde evitare di attivare gli RLS e l'ispettorato del Lavoro di Napoli”.

La lettera del Comune: "Bisogna evitare gli sprechi"

La vicenda è diventata oggetto di un duro braccio di ferro tra Comune e scuole. Dopo la disposizione che ordinava lo spegnimento per l'intero orario dell'impianto di riscaldamento, sono scoppiate molte proteste da parte dei dipendenti scolastici e il Comune è tornato parzialmente sui suoi passi. Con una nuova nota, sempre nell'ottica "della necessità di non produrre sprechi e di ridurre l'impatto ambientale – scrive l'assessore alla Scuola, Annamaria Palmieri – ma di tutelare nel contempo la salute dei lavoratori presenti nelle scuole. Si sta mettendo in campo di concerto con l'assessore al Patrimonio una misura di riduzione oraria del riscaldamento durante il periodo di sospensione didattica che prevede l'accensione degli impianti per almeno 3 ore in tutti i plessi in cui sia presente personale. Chiedo di segnalare al Servizio tecnico Patrimonio, nel caso in cui la vostra istituzione si articoli su più plessi , quelli che in queste giornate eventualmente non sono in uso al fine di evitare sprechi che costituirebbero un grave danno sia per l'ambiente che per le finanze dell'Ente".

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