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Covid 19

Petizione contro il trasferimento di 40 contagiati Covid-19 ad Eboli. Ma questa non è civiltà

Parte della popolazione di Eboli, e alcuni rappresentati delle sue istituzioni, fronteggiano aspramente il trasferimento di 40 pazienti positivi al Coronavirus da Sala Consilina, in provincia di Salerno, voluto dall’Unità di crisi della Regione Campania, al Campolongo Hospital della città. A sostegno della loro contestazione, la Fisi (Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali) e il Comitato per la tutela della salute pubblica, hanno indetto una raccolta firme online per evitare che la decisione diventi effettiva, dimenticandosi dei principi base della civiltà. Qui si fa l’Italia. O, almeno, si dovrebbe.
A cura di Filippo M. Capra
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(La Presse)
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Qui si fa l'Italia. O, almeno, si dovrebbe. Il condizionale è d'obbligo quando ci si imbatte in notizie che vogliono parte della popolazione di Eboli, e alcuni rappresentati delle sue istituzioni, fronteggiare aspramente il trasferimento di 40 pazienti positivi al Coronavirus da Sala Consilina, in provincia di Salerno, voluto dall'Unità di crisi della Regione Campania. I pazienti in questione sono tutti degenti ed operatori sanitari del centro Juventus che necessitano di ricevere attenzioni appropriate in una condizione di isolamento costantemente monitorata, oltre che preservare la salute del resto del personale sanitario del centro di Sala Consilina per evitarne il contagio. Ebbene, il loro arrivo al Campolongo Hospital è oggetto di una contestazione che ha indotto Rolando Scotillo, della Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali, ad avviare una raccolta firme indirizzata ai cittadini di Eboli per fermare quanto prima il trasporto dei pazienti. E, sinceramente, non è ancora chiaro il perché.

Secondo quanto dichiarato dalla Fisi e da Rosa Adelizzi del Comitato per la tutela della salute pubblica, il loro comportamento non riguarda atti di "razzismo o poca solidarietà nei confronti di persone anziane che ben potevano essere assistite, con l’aiuto della Asl, nel centro da dove è stato trovato il focolaio di infezione", bensì la naturale conseguenza di "una serie di motivi oggettivi" per cui "detto trasferimento non s'ha da fare". Tralasciando la citazione letteraria che stona con la delicatezza della situazione, specialmente se usata – come in questa circostanza – per fare i sofisti senza argomentare oltre le proprie dichiarazioni, restano molti dubbi circa il mancato spirito di solidarietà e, al contrario, la dura opposizione ad aiutare chi ha bisogno. Adelizzo e Scottillo raccontano che all'interno del Campolongo Hospital una donna, qualche tempo fa, sia risultata positiva al Covid e per ricevere assistenza sia stata trasferita all'ospedale di Eboli dove, purtroppo, poco dopo è spirata. Insomma, il duo non vuole creare un focolaio nella loro città. L'isolamento, qualcuno li avvisi, serve proprio ad evitare che ciò accada.

Come poi spesso accade con gli esponenti politici dei tempi che viviamo, Scotillo solleva un problema in riferimento a una voce non confermata circa l'allestimento di due piani all'interno del Campolongo Hospital per ospitare i 40 pazienti "con percorsi comuni e operando in promiscuità di ambienti". Creato il problema, ecco lo slogan dell'eroe: "Se è vero, questa è una grave mancanza che sarà segnalata alle autorità giudiziaria", citando testualmente. Ora, lasciando un secondo da parte la dubbia capacità linguistica di Scotillo, con tale affermazione si ha il kit base del linguaggio di chi non sa ma mette in guardia gli altri su cosa potrebbe essere per far prevalere le sue convinzioni sulle necessità altrui. La raccolta firme online, considerata uno strumento normale per lasciare esprimere la cittadinanza e avere il seguito bramato, è poi la ciliegina finale sul delirio antisolidale nei confronti dei propri compaesani. Ma questa non è civiltà.

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