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Corte dei Conti, bocciato il bilancio del Comune: si va verso il dissesto

La Corte dei Conti ha rigettato il ricorso del Comune di Napoli per lo sforamento del 2016: si va verso il dissesto. E De Magistris annuncia: “Pronto a mettere in campo la più grande mobilitazione politica che la città di Napoli dal dopoguerra in poi abbia conosciuto”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La Corte dei Conti rigetta il ricorso presentato da Palazzo San Giacomo riguardo lo sforamento dei conti nell'anno 2016: ed ora il Comune di Napoli rischia il dissesto finanziario. De Magistris però non ci sta ed annuncia di essere pronto "alla più grande mobilitazione politica che la città di Napoli abbia conosciuto del dopoguerra in poi".

La decisione è arrivata in mattinata: le Sezioni Riunite della Corte dei Conti ha rigettato il ricorso del comune per quanto riguarda lo sforamento del 2016, mentre è stata accolta una parte di quello relativo al 2014. Notizia che ha fatto letteralmente infuriare l'amministrazione di Palazzo San Giacomo, con il sindaco partenopeo Luigi De Magistris pronto a dare battaglia su questa decisione.

"Non ho ancora avuto il dispositivo e pertanto una valutazione piena la faremo questa stasera, al momento ho solo notizie telefoniche", ha spiegato De Magistris, "A Roma, per conto dell'Amministrazione napoletana, c'erano il direttore generale, Attilio Auricchio, il ragioniere capo e l'avvocato Andreottola. Le uniche notizie certe al momento sono l'accoglimento del ricorso per quanto riguarda la questione del 2014 e il rigetto per la questione del 2016", ha proseguito De Magistris, "Dobbiamo attendere le motivazioni".

Quindi, De Magistris rilancia: "Stasera faremo già una valutazione rispetto a tutte le opzioni, ma per avere un quadro chiaro dovremo attendere le motivazioni che dovrebbero arrivare entro quindici, venti giorni e dunque prima dell'approvazione del bilancio di previsione. Solo con le motivazioni sapremo se la situazione è molto brutta, brutta o bruttina". Ed infine, l'avvertimento: "Io debbo discutere da due anni di un debito di 100 milioni del 1981. Vediamo quale sarà l’effetto, ma io su questo sono capace di mettere in campo la più grande mobilitazione politica che la città di Napoli dal dopoguerra in poi abbia conosciuto".

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