Cosentino accusato di corruzione nel carcere di Secondigliano: scatta l’ordine di arresto

L'ex coordinatore regionale pdl in Campania è accusato di aver corrotto alcuni agenti penitenziari per ottenere un trattamento di favore all'interno del carcere di Secondigliano, dove era detenuto. Questa l'accusa che ha fatto scattare, per il politico recluso dal 3 aprile 2014, un nuovo ordine di arresto per corruzione. Coinvolti nell'indagine e accusati a vario titolo anche il cognato dell'ex parlamentare, un agente penitenziario e la moglie dell'ex sottosegretario. I primi sono stati raggiunti da un ordine di custodia cautelare mentre per la consorte del politico è scattato un ordine di dimora.
L'indagine, coordinata dal Procuratore Aggiunto Giuseppe Borrelli, è in stretto collegamento con quella che aveva già condotto all'arresto dell'ex deputato Nicola Cosentino il 3 aprile 2014. Secondo quanto accertato dagli investigatori, l'ex parlamentare Pdl nonché ex sottosegretario, prima e soprattutto dopo il suo arresto, ha intrecciato rapporti con agenti del Corpo della Polizia Penitenziaria tali da permettergli di ottenere trattamenti di favore durante la sua detenzione nel carcere di Secondigliano (Napoli). Alcuni agenti della Polizia Penitenziaria, ricompensati attraverso somme di denaro o assunzioni di propri parenti, facevano pervenire al politico detenuto messaggi dei familiari e oggetti provenienti dall'esterno, in violazione della normativa carceraria e consentivano talvolta all'ex politico di muoversi liberamente all'interno dell'istituto carcerario durante le ore notturne.
Gli incontri –36 monitorati e filmati – dell'agente arrestato con un cognato del Cosentino nel corso dei quali venivano consegnati a documenti ed beni da far giungere nell'istituto di pena, avvenivano presso un distributore di carburanti nelle vicinanze dell'abitazione dell'agente nel comune di Succivo, nel casertano. Gli incontri venivano concordati dai due usando un linguaggio criptico. Fatti confermati dalla perquisizione in cella del 21 marzo 2015, all'interno dell'Istituto di pena di Secondigliano che deve scattare il trasferimento dell'ex deputato nel carcere di Terni . Infine l'agente di Polizia penitenziaria, sottoposto a misura cautelare, è risultato anche in contatto con familiari di altri detenuti affiliati a clan camorristici dell'area napoletana.