La fase 2 per i parrucchieri ? “Lista prenotazioni e barriere di plexiglass”
“Uscire dalla crisi del Coronavirus per i parrucchieri sarà lungo e difficile. Siamo chiusi da marzo, ma ci stiamo già preparando per la riapertura. Stiamo montando i plexiglass alle casse e abbiamo già comprato mascherine e camici monouso per gli acconciatori, spray disinfettanti per le poltrone e macchinari per sanificare i locali. Per ricevere i clienti useremo un sistema di prenotazioni, ma invece di 20 tagli all'ora, ne faremo 5. La pandemia cambierà anche gli stili dei tagli, per gli uomini, per esempio, la barba molto corta, per una questione di igiene”. Christian Di Falco, è uno dei titolari del brand Idola, maestri parrucchieri a Napoli, con sedi anche a Milano e Roma. “Abbiamo chiuso i nostri locali il 9 marzo – spiega a Fanpage.it – anticipando di un giorno la decisione del Governo. Ora stiamo investendo per arrivare pronti alla riapertura, ma dal Governo non abbiamo avuto aiuti economici”.
Quanto sta pesando la crisi per il Coronavirus?
“Idola Saloon è un brand che conta 4 locali a Napoli, in via Riviera di Chiaia, piazza Bovio, via Duomo e piazza Nazionale ed è presente anche a Roma e Milano. Abbiamo circa 150 collaboratori, oggi tutti in cassa integrazione. Nel capoluogo lombardo dovevamo aprire ai primi di giugno un nuovo locale in centro, in via Larga, zona Duomo, ma ora è tutto bloccato”.
Come vi state organizzando per la ripresa?
“Al momento non abbiamo ancora una data certa, si parla di metà maggio. Vedremo. Ma in attesa del decreto, ci stiamo già attrezzando. Abbiamo già acquistato tutti i beni fondamentali obbligatori di prima necessità, come le mascherine e i gel igienizzanti all'ingresso, gli spray disinfettanti. Guanti, mantelline, kimoni e asciugamani monouso li usavamo anche prima. Sui banconi delle cassiere monteremo dei plexiglass antischizzo”.
Novità per gli strumenti di lavoro?
“Abbiamo acquistato gli igienizzanti e gli spray disinfettanti. Le spazzole saranno imbustate singolarmente e disinfettate con un vaporizzatore. Per la disinfezione dei locali avremo dei macchinari per il riciclo d'aria e per sanificare ogni esercizio due volte a settimana. Una settimana prima della chiusura, comunque, abbiamo sanificato tutti i nostri locali”.
Sarà più complicato lavorare indossando i nuovi dispositivi di protezione?
“Lavorare con mascherine e guanti monouso non è una novità per noi, già li utilizzavamo nel reparto estetiste. Ma ci abitueremo. È una cosa necessaria a tutela della salute. Per chi indossa gli occhiali, abbiamo preso le visiere protettive”.
Come farete a evitare assembramenti?
“Già ad oggi abbiamo una lista di attesa, regolata da un software gestionale. Lavoreremo solo su prenotazione per evitare le code. Dopo la registrazione, una nostra collaboratrice contatterà la cliente 24 ore prima per la conferma. I nostri locali sono molto ampi, vanno da 100 a 200 metri quadrati. In passato non abbiamo mai avuto problemi di file. Ma è chiaro che con le nuove norme non ci sarà attesa, ma forse ne risentirà la rapidità del servizio. Se fino a ieri riuscivamo a servire 100 persone al giorno. I numeri in futuro non saranno più quelli”.
Quanto cambieranno i saloni da parrucchiere?
“Dipenderà dalle norme. In ogni locale abbiamo 20 postazioni a sedere e 10 lavaggi con 20 collaboratori, che ci consentivano di servire 10-20 persone all'ora. Io credo che forse adesso riusciremo a farne 5 all'ora”.
I prezzi dei tagli aumenteranno?
“No, noi in questa situazione preferiamo far prevalere il cuore. Stiamo uscendo dalla crisi e non ci sembra giusto far pagare ai clienti o penalizzare un collaboratore”.
Sono previste sovvenzioni per i costi dallo Stato?
“Ad oggi è tutto a spese nostre. Siamo chiusi da due mesi, stiamo continuando a pagare gli affitti e abbiamo già fatto investimenti. Siamo tra coloro che non hanno avuto i 600 euro. Non vogliamo licenziare, ma siamo disponibili anche a fare i turni e a stare aperti fino a mezzanotte per far lavorare tutti. Certo i costi per noi aumenteranno, perché l'acquisto dei dispositivi di protezione e dei disinfettanti è tutto a carico nostro per ora. Mentre gli incassi forse diminuiranno. Vediamo come funzionerà nei primi 2-3 mesi e poi faremo una valutazione”.