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Covid 19

Covid19, le mascherine della Regione Campania alle famiglie diverse per colori e materiali

Sono di diversi tipi e colori i 3 milioni di mascherine che la Regione Campania ha iniziato a distribuire alle famiglie, tramite Posta, dal 23 aprile scorso: bianche, nere, blu, in tessuto non tessuto, lavabili, in triplo strato, in twill elasticizzato o in resina fluorocarbonica. Dalla prossima settimana, con l’avvio della Fase 2, sarà obbligatorio indossarle quando si esce di casa. Ecco perché sono diverse e a cosa servono.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Bianche, nere, blu, in tessuto non tessuto, lavabili, in triplo strato, in twill elasticizzato o in resina fluorocarbonica. Le mascherine della Regione Campania distribuite per posta a tutte le famiglie (una confezione da due ciascuna) per proteggersi dal Covid19 sono di colori e tipi diversi. Dal 23 aprile scorso, Palazzo Santa Lucia ha iniziato la distribuzione di circa 3 milioni di dispositivi. Dalla prossima settimana, con l'avvio della Fase 2, sarà obbligatorio indossarle quando si esce di casa (lo è già per diverse situazioni, come quando si è a bordo dei mezzi pubblici) per ridurre al minimo il rischio contagio. Molti si chiedono il perché di queste differenze e se tutti i dispositivi siano effettivamente efficaci per proteggersi dal Coronavirus.

Le mascherine della Regione Campania non sono tutte uguali

Sul primo punto, la spiegazione è semplice, i 3 milioni di mascherine che la Regione ha messo in distribuzione sono prodotte da aziende diverse, selezionate dalla Soresa, la Società Regionale per la Sanità. Le ditte che hanno partecipato all'avviso pubblico per la fornitura delle mascherine hanno presentato offerte specifiche per il proprio prodotto, nel rispetto delle direttive del Decreto Cura Italia, il Dl 18 del 17 marzo scorso (Articolo 16 comma 2), che ha dato la possibilità di produrre le mascherine filtranti in deroga alle norme della Comunità Europea e nazionali. Per questo, molte mascherine che si trovano ad oggi in commercio sono sprovviste del marchio CE. Il nome della società produttrice delle mascherine che sono in distribuzione dalla Regione è indicato sulla confezione. Le consegne sono iniziate il 23 aprile scorso, dai grandi Comuni capoluogo, per poi proseguire nei giorni successivi con gli altri Comuni. Tra i vari fornitori selezionati dalla Regione, per esempio, c'è la Servizi Associati di Cava de'Tirreni, che produce mascherine filtranti in Tnt (tessuto non tessuto) lavabili. La Techno Hospital di Torre del Greco fa mascherine in twill elasticizzato. La Rti Be Packaging-Medis group di Montesarchio-Angri e la Ikit di Castellabate fanno mascherine in Tnt, la Contek Granata & C. di Caserta in resina fluorocarbonica lavabile fino a 20 volte. La Angelo Carrillo & C. Spa di Interporto Campano Nola in Tnt a triplo strato lavabile.

Le informazioni sulle etichette

Sulle etichette delle mascherine consegnate ci sono diverse informazioni. Viene specificato, per esempio, in molti casi, che non si tratta di un dispositivo medico né di protezione individuale. Quindi non possono essere usate in ambito ospedaliero oppure come DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), laddove sia previsto dalla norma, come per gli operai sui cantieri. In alcuni casi è indicata la data di scadenza, in altri che sono lavabili. Tra le altre indicazioni che si possono trovare sull'etichetta, per esempio, la tipologia di mascherina, il numero di lotto, l'indicazione monouso, se è prevista, o quella sterile-non sterile.

Quanto proteggono le mascherine in Tnt

Ma a cosa servono le mascherine in Tessuto Non Tessuto (Tnt), come molte di quelle distribuite dalla Regione Campania? Non sono mascherine chirurgiche, come detto, ma questo tipo di dispositivi, in polipropilene idrorepellente, evitano che le goccioline di saliva e i vapori acquei vengano ingeriti durante i dialoghi con le persone, contaminandosi a vicenda, in alcuni casi sono lavabili a 60 gradi centigradi. Considerando che il virus ha dimensioni veramente molto piccole, è sempre necessario rispettare la distanza sociale, anche quando si indossa la mascherina, per evitare di essere contagiati.

Le altre tipologie di dispositivi

Ci sono poi in commercio tantissimi altri dispositivi di protezione per il Coronavirus. Si va dai modelli di stoffa o carta, che danno la possibilità di ridurre il rischio di infettare le altre persone se si è positivi al Coronavirus, riducendo le emissioni di goccioline di saliva con il fiato. Vanno indossate coprendo non solo la bocca, ma anche il naso e il mento, per renderle più efficaci. Le mascherine chirurgiche, invece, quelle usate negli ospedali, devono essere certificate, e garantiscono un isolamento maggiore rispetto alle precedenti. A queste si aggiungono le FFP1, FFP2, FFP3, che filtrano percentuali sempre maggiori di particelle, che possono essere con o senza valvola, in questo secondo caso proteggono solo chi le indossa e non gli altri, perché la valvola rilascia il respiro. Le P2 e P3 sono simili ma con migliore aderenza. Ci sono infine le maschere con visiera trasparente, molto utili per proteggere gli occhi, che vanno indossate in aggiunta alle mascherine.

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