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Covid 19

Prestiti alle imprese, fallimenti bloccati, Radoccia (EY): “Ecco gli strumenti per affrontare la crisi Covid”

Crisi economica del Coronavirus, a Fanpage.it l’avvocato Stefania Radoccia (EY), esperta del diritto del lavoro: “Ecco tutti gli strumenti del Governo per le imprese: dal fisco, come lo sconto dei versamenti IRAP previsti per fine giugno, al credito d’imposta su affitti e leasing, allo slittamento al 30 giugno 2020 dei versamenti di Iva. E ancora, sospensione dei protesti per chi non ha pagato cambiali e forniture durante l’emergenza, il blocco dei fallimenti e aiuti alle aziende. Per i piccoli imprenditori, commercianti e professionisti è prevista poi la possibilità del finanziamento fino a 25mila euro con procedure semplificate”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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"Per superare la crisi economica legata al Coronavirus, il Governo ha messo a disposizione delle imprese tanti strumenti, misure fiscali, come lo sconto dei versamenti IRAP previsti per fine giugno, credito d'imposta a fronte del pagamento di affitti e leasing, nonché lo slittamento al 30 giugno 2020 dei versamenti di Iva. Ma sono previste anche altre forme di sostegno, come la sospensione dei protesti per chi non ha pagato cambiali e forniture durante l'emergenza, il blocco dei fallimenti e aiuti alle aziende che stavano uscendo dalla crisi ed erano in piano di rientro. Per i piccoli imprenditori, commercianti e professionisti è prevista poi la possibilità del finanziamento fino a 25mila euro con procedure semplificate". Non ha dubbi l'avvocato Stefania Radoccia, Managing partner tax & law e Med Regional accounts leader di EY (Ernst & Young, ndr), ed esperta in diritto del lavoro. Proprio EY , tra i leader mondiali nel settore dei servizi professionali di consulenza direzionale, revisione contabile, fiscalità, transaction e formazione, ha collaborato in questi mesi con il Governo italiano con un'opera di sensibilizzazione per estendere le garanzie statali anche alle imprese che si trovavano in concordato quando è scoppiata la crisi.

Quale impatto sta avendo il Coronavirus sulle aziende, in particolare della Campania?

"Il Covid-19 ha avuto un forte impatto non solo sul sistema sanitario nazionale, ma anche sul tessuto economico, con aziende che stanno assistendo a una contrazione dei risultati economici e finanziari più o meno grave a seconda del settore di appartenenza. Nonostante il Paese sia entrato nella Fase 2, l’incertezza generata dal timore – e in alcuni casi dal concretizzarsi – di un calo della domanda e dell’export sta portando molte aziende a ritardare i pagamenti ai fornitori, generando un circolo vizioso che potrebbe produrre un blocco della circolazione della liquidità. Se da un lato per i grandi gruppi multinazionali con elevate risorse finanziarie potrebbe essere un problema temporaneo e gestibile, le piccole e medie imprese italiane potrebbero rischiare di non farcela. Inoltre, tutte le nuove regole a carico degli imprenditori per la prevenzione e il controllo dei contagi stanno generando diverse complessità e potrebbero rivelarsi un ulteriore freno alla ripresa".

Come funzionano i prestiti alle imprese fino a 25mila euro garantiti in tutto o in parte dallo Stato?

"Il Decreto Liquidità (DL. 23/2020) prevede che le piccole e medie imprese e persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni la cui attività d'impresa è stata danneggiata dall'emergenza Covid-19 possono richiedere un finanziamento fino a euro 25.000 garantito al 100% dal Fondo Centrale di Garanzia per le PMI. Tale finanziamento è concesso per un importo non superiore al 25% dei ricavi del soggetto beneficiario (come risultante dall’ultimo bilancio o dichiarazione fiscale o da autocertificazione per i soggetti beneficiari costituiti dopo il 1° gennaio 2019) e comunque per un massimo di 25 mila euro. Tali finanziamenti sono concessi attraverso modalità semplificate. Tuttavia, al momento, pare siano poche le richieste avanzate agli istituti di credito in quanto le imprese non sono disposte ad indebitarsi ulteriormente per andare avanti".

Molti, però, lamentano difficoltà e ritardi nell'accesso a questi prestiti. Cosa può fare un imprenditore per accelerare questa procedura?

"Questa crisi globale ha sicuramente messo a dura prova le strutture di sostegno sociale. Il nostro mercato delle politiche attive sicuramente dovrà adeguarsi e innovarsi in termini di misure di sostegno, tempi di risposta e procedure da attuare. È necessario accelerare il processo di digitalizzazione e la semplificazione delle procedure per poter far fronte in modo tempestivo alle difficoltà e uscirne quanto prima, con strumenti di risposta adeguati a supportare la ripresa e lo sviluppo del sistema Paese".

Alcuni imprenditori sostengono che questi prestiti possano essere utilizzati dalle banche non appena erogati per coprire eventuali scoperti pregressi. C'è questa possibilità?

"Ci sono state testimonianze di imprenditori che hanno chiesto a istituti di credito risorse per poter sanificare i locali e acquistare i dispositivi per mettere in sicurezza i propri dipendenti in vista dell’apertura. Dopo lunghi tempi di attesa e la richiesta di ingente documentazione, la banca avrebbe utilizzato tale erogazione per chiudere dei piani di finanziamento. Può esserci la percezione che le banche si stiano tutelando scaricando il loro rischio sullo Stato, non possiamo però sottovalutare la responsabilità penale delle banche nella concessione di credito a imprese vicine all’insolvenza. Solo con finanziamenti a fondo perduto le aziende troverebbero una soluzione. Vi sono comunque importanti segnali di apertura nel mercato del Mezzogiorno, dal momento che la Campania è stata pioniera della prima operazione in Italia nell’ambito del programma Garanzia Italia di Sace, con l’erogazione di un finanziamento da 10 milioni di euro a favore del Pastificio Di Martino".

Chi non ha pagato cambiali e forniture a causa del Coronavirus rischia di essere iscritto nel registro dei protesti?

"L’articolo 11 del DL Liquidità ha espressamente sospeso le iscrizioni di protesti e contestazioni equivalenti a partire dal 9 marzo 2020, disponendo laddove pubblicate la cancellazione d’ufficio di quelle eventualmente trasmesse alle Camere di Commercio. Infatti, i termini di scadenza relativi a cambiali e altri titoli di credito che ricadono o decorrono dal 9 marzo in poi sono stati sospesi".

Quali sono gli strumenti messi a disposizione delle imprese finora? Si potrebbe fare di più?

"I decreti emergenziali, in ultimo il Decreto Rilancio (DL. 34/2020), hanno introdotto numerose misure fiscali a supporto delle imprese. Quella che ha ricevuto il plauso maggiore da parte degli imprenditori riguarda lo sconto dei versamenti IRAP previsti per fine giugno (saldo 2019 e primo acconto 2020). Con una norma chiara e concisa è stato ridotto il carico fiscale delle imprese con effetto immediato, senza dover passare da meccanismi di difficile applicazione. A sostegno di imprenditori e liberi professionisti è stato inoltre introdotto un articolato set di crediti d’imposta che dovrebbero consentire di recuperare in parte l’onere sostenuto o da sostenere per adeguarsi ai nuovi protocolli di sicurezza nonché alleviare i costi relativi ai canoni di locazione relativi agli esercizi commerciali. In questo senso, ma solo per i soggetti esercenti attività d’impresa con ricavi non superiori a 5 milioni di euro nel periodo d’imposta 2019 (in determinate condizioni di sofferenza dal punto di vista economico) è stato introdotto un credito d’imposta a fronte del pagamento dei canoni di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività industriale o commerciale. Misura molto interessante, introdotta dal DL Rilancio, è costituita inoltre dalla possibilità di poter cedere a terzi buona parte dei crediti, così da poterli rendere immediatamente liquidi, anziché attendere di utilizzarli in compensazione in sede di versamento delle imposte o nella dichiarazione dei redditi relativa al 2020″.

Quali sono gli incentivi sul pagamento delle imposte?

"Anche il differimento al 30 giugno 2020 dei versamenti di Iva, ritenute e contributi dovuti entro aprile e maggio 2020 (contenuto nel DL Liquidità e successivamente posticipato al 16 settembre con il DL Rilancio) è misura certamente positiva, sebbene preveda, ai fini della sua applicazione, il soddisfacimento di requisiti economici come il calo del fatturato oltre determinate soglie, che non tengono direttamente conto di tutte quelle situazioni di sofferenza finanziaria che rendono difficile onorare i pagamenti verso erario, fornitori o dipendenti, pena la sopravvivenza dell’impresa. L’elemento che richiederebbe maggiore attenzione è il deficit di liquidità, che non necessariamente si accompagna a una contestuale contrazione delle performance economiche. Inoltre, molti dei nuovi crediti d’imposta introdotti dal DL Rilancio richiedono l’emissione di ulteriori decreti che ne disciplinino i meccanismi di funzionamento e fruizione, auspichiamo che arrivino nei termini previsti e che siano sufficientemente chiari per un’effettiva applicazione nel più breve tempo possibile".

Che altro c'è?

"Apprezzabili l’incremento del limite annuale dei crediti compensabili tramite modello F24 (dall’attuale 700.000 euro a 1.000.000) per il 2020, la soppressione delle clausole di salvaguardia in materia di IVA e di accise e il rinvio al 1° gennaio 2021 dell’obbligo del registratore telematico, dell’avvio della lotteria dei corrispettivi e della plastic tax. Inoltre, nell’attesa di una rimodulazione più generale del credito d’imposta in ricerca, sviluppo e innovazione, il DL Rilancio potenzia il credito in Ricerca e Sviluppo afferente agli investimenti effettuati dalle strutture produttive ubicate nelle regioni del mezzogiorno, inclusa la Campania".

Sono previsti strumenti a sostegno delle imprese che si trovano in piani di rientro e hanno già avviato percorsi di recupero che non potevano tenere conto di crisi Covid?

"L’articolo 13 del DL Liquidità prevede come misura di sostegno in favore delle imprese la concessione di garanzie statali anche in favore di quelle che in data successiva al 31 dicembre 2019 abbiano in corso procedure di composizione della crisi, purché non presentino esposizioni classificabili come deteriorate. La previsione di tale misura di sostegno in favore delle imprese che si trovano in procedure concorsuali rappresenta il risultato di una sensibilizzazione delle istituzioni avviata da EY, a seguito dell’emanazione del DL Cura Italia, il quale in principio non aveva previsto l’applicabilità di tale misura alle imprese in crisi".

I lavoratori lamentano ritardi sulla corresponsione della cassa integrazione.

"Gli interventi sono numerosi, ma al centro delle preoccupazioni dei lavoratori e dei loro rappresentanti restano i ritardi con cui tali interventi vengano erogati. Con particolare riferimento alla cassa integrazione in deroga, bisogna accelerare sulle procedure di liquidazione anche perché, dopo il record di domande raggiunto ad aprile (pari al numero di domande presentate in un anno), le richieste sono destinate a continuare nei prossimi mesi, visto che il DL ha prorogato la durata degli ammortizzatori".

Le istanze di fallimento sono bloccate fino al 30 giugno. Bisogna aspettarsi un boom di fallimenti dopo quella data?

"L’articolo 10 del D.L. 8 marzo 2020, N. 23 (“Decreto Liquidità”) ha previsto che tutti i ricorsi per la dichiarazione di fallimento depositati nel periodo tra il 9 marzo 2020 ed il 30 giugno 2020 siano dichiarati improcedibili. Ciò significa che le istanze eventualmente proposte saranno considerate come se non fossero mai state presentate. A tale regola, però, è stata introdotta una sola eccezione, ossia quando l’istanza di fallimento è presentata su iniziativa del PM e nella medesima è fatta domanda di emissione di provvedimenti cautelari o conservativi ex art. 15, co. 8, l. fall., al fine di salvaguardare gli asset del debitore ed evitare operazioni distrattive. Riguardo all’andamento dei fallimenti, probabilmente la curva si alzerà come abbiamo già riscontrato in passato per effetto delle grandi crisi. Inoltre, questa prima stima negativa potrebbe peggiorare se le misure adottate dal governo per finanziare le imprese non dovessero trovare concreta attuazione in tempi brevi. La liquidità, infatti, deve arrivare velocemente nelle casse delle imprese, altrimenti parecchie potrebbero avere serie difficoltà nel pagamento degli stipendi e dei fornitori".

La crisi economica del Coronavirus passerà presto o dobbiamo aspettarci tempi lunghi?

"C’è incertezza su quale sarà l'impatto della crisi sull'economia italiana. Abbiamo delineato diversi orizzonti, con scenari in cui la contrazione del Pil varia fra l’8,3% e l’11,7% con impatti diversi a seconda dei settori. Infatti, se da un lato il Covid-19 ne ha penalizzato fortemente alcuni, altri – come quello della grande distribuzione, delle telecomunicazioni, dell’e-commerce e dei servizi di formazione a distanza – ne hanno beneficiato, registrando tassi di crescita impensabili fino a poco tempo fa. Sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà che stanno affrontando le aziende manifatturiere e le imprese che sono state costrette a fermarsi, con un impatto negativo anche sui consumi energetici. Per non parlare poi dei settori legati alla mobilità, ai trasporti, al turismo e all’horeca, colpiti duramente dal lockdown. Generalmente le crisi economiche hanno effetti di lungo periodo quando derivano da problematiche o mancanze strutturali, si pensi ad esempio all’improvvisa scarsità di risorse strategiche, al crollo del valore di determinati asset o alla crisi del sistema creditizio. In questo caso, invece, il sistema è stato messo temporaneamente in stand-by per poi essere riattivato gradualmente: in assenza di elementi esogeni, la macchina economica dovrebbe tornare a funzionare. Il Covid-19 potrebbe invece avere risvolti di medio/lungo periodo per tutti quei settori non compatibili con i nuovi paradigmi di vita e convivenza sociale che si stanno diffondendo, come conseguenza diretta e indiretta delle misure introdotte dalla maggior parte dei governi del mondo per contrastare la diffusione del contagio. Ad esempio, la diffusione massiva dello smart working – che si sta rivelando un modello efficiente nonostante le perplessità del passato – avrà senz’altro conseguenze sul settore dei trasporti nazionali ed internazionali e sulle organizzazioni i cui introiti sono legati all’affitto di uffici su larga scala. È evidente che una crisi di questo tipo, che cela al suo interno cambiamenti importanti negli stili di vita, nonostante gli interventi dello Stato a sostegno dell’economia, potrebbe protrarsi".

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