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Ctp perde una società, messaggio agli operai che riparano i bus: Non venite più al lavoro

La Ctp, azienda dei trasporti della provincia, diserta l’assemblea per la transazione con la società che si occupa delle manutenzioni Namet in liquidazione. Salta l’accordo per salvare gli operai. Il Collegio dei liquidatori scrive ai dipendenti: “Da oggi non venite più a lavoro”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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La Ctp dice addio agli operai che si occupano delle riparazioni dei bus, che lavorano per la sua società partecipata Namet in liquidazione. All'assemblea dei soci convocata dai liquidatori della Namet per discutere della transazione per salvare eventualmente i posti di lavoro, la Ctp, socio di maggioranza, non si presenta. Così, il collegio dei liquidatori Namet, composto da Alfonso Ascione, Claudio Lubelli e Fabio Sarro, scrive agli operai: "disponendo a tutto il personale dipendente di non recarsi più presso la sede lavorativa con decorrenza immediata”. A casa i 25 dipendenti, che fino allo scorso febbraio avevano lavorato in regime di distacco presso la Ctp. E scoppia l'ira dei sindacati: “Non si possono lasciare a piedi i lavoratori con famiglia”.

La lettera di Namet ai dipendenti: "Non venite più a lavoro"

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La Namet, società partecipata interamente di proprietà della Ctp, l'azienda dei trasporti della Città Metropolitana di Napoli, è in difficoltà finanziarie da parecchio tempo. In passato forniva servizi di erogazione e manutenzione (che poi dava in subappalto) alla Ctp, presso il deposito di Arzano. I lavoratori della società satellite che si occupano di manutenzioni e riparazioni, necessarie per far uscire i bus che servono il territorio della provincia di Napoli, temono il licenziamento. In ballo c'è una transazione tra la Ctp e la Namet per cercare di salvare eventualmente i posti di lavoro. Il Collegio dei Liquidatori Namet spa in liquidazione il 2 marzo scorso ha convocato l'assemblea dei soci per "discutere dell'atto finale della procedura di liquidazione e dello stato della transazione con la Ctp". Ma la riunione è andata a vuoto. I liquidatori, allora, hanno scritto a tutti i lavoratori della Na-Met una lettera:

“Detta assemblea – scrive il Collegio – non si è celebrata, stante l'assenza del capitale sociale che ha determinato il venir meno del presupposto di legittimità poiché non in forma totalitaria. In particolare abbiamo registrato l'assenza del socio di maggioranza Ctp, ovvero dell'unico soggetto con cui lo scrivente Collegio poteva utilmente confrontarsi per individuare le soluzioni, se esistenti, alle problematiche indicate all'ordine del giorno".

"Stante la descritta situazione – prosegue la nota – e vista la precisa volontà manifestata dal socio Ctp circa l'inesistenza delle condizioni da essa autonomamente poste, per formulare proposte e conseguentemente adottare e comunicare il provvedimento di proroga del distacco dell'intera platea dei lavoratori Na-met, i sottoscritti prendono atto dell'impossibilità ad assicurare la sospensione della procedura 223/91″.

"A questo punto – concludono – dovendo procedere conformemente alla legge e alle indicazioni fornite dai soci, nell'attesa dell'adozione dei provvedimenti finali che saranno comunicati nei tempi e nei modi previsti. Dispone e invita tutto il personale dipendente a non recarsi più presso la sede lavorativa con decorrenza immediata”.

I sindacati: "Bisogna evitare i licenziamenti"

"Si attende ancora di conoscere – afferma Gennaro Esposito, segreteria regionale Cgil chi debba pagare materialmente, considerando che tra le parti è stata sottoscritta una transazione di cui non si conoscono i dettagli, ma che sembra aver sanato le controversie contrattuali tra le due società. Ancora una volta ci ritroviamo all’ennesima mortificazione di lavoratori. La società Namet in liquidazione ricordo che è partecipata per il 60% dalla Ctp e per il 40% da un socio privato Viaggiare domani, con l’ultimo comunicato fatto dal Collegio dei Liquidatori ai lavoratori ha obbligato gli stessi a restare a casa senza avere garanzie retributive ma soprattutto occupazionali. Questo è l’ennesimo atto di un teatrino messo in piedi tra la proprietà Namet e i liquidatori. Urgente e indispensabile è l’intervento del Sindaco Metropolitano al fine di tutelare l’occupazione di tutti i 24 lavoratori per i quali è in corso la procedura di licenziamento collettivo, evitando di generare sperequazioni e discriminazioni all’interno delle maestranze".

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