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Da destra a sinistra, passando per il Movimento 5 Stelle: de Magistris pesca ovunque

L’istituto Cattaneo ha pubblicato i flussi elettorali relativi alle elezioni Comunali di Napoli in confronto con le Politiche del 2013. Il dato più rilevante riguarda la trasversalità con cui Luigi de Magistris, sindaco uscente, è riuscito ad intercettare il voto dei napoletani.
A cura di Valerio Barbato
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flussi elettorali

De Magistris piglia tutto. Da destra a sinistra, passando per l'elettorato del Movimento 5 Stelle, il sindaco in carica e sfidante di Gianni Lettieri al ballottaggio del 19 giugno, è riuscito ad intercettare trasversalmente il flusso di elettori delle elezioni politiche del 2013. L'istituto Cattaneo, che da anni produce ricerche sulle dinamiche elettorali, ha chiarito, dunque, la natura del voto napoletano. Due sono i dati più rilevanti messi in luce dai numeri pubblicati dal centro studi: il primo è il 5,4% (oltre un terzo dell'elettorato di centrosinistra) che dal Partito Democratico si è spostato con Luigi de Magistris, imponendo ai Dem una riflessione necessaria.

L'istituto inoltre, fatto salvo un 4,2% che è rimasto a Valeria Valente, ha riscontrato una pesante astensione (4,4%) tra gli elettori che votarono il partito di Renzi alle scorse politiche, così come allarmante è stata la percentuale di astenuti (5,4%) tra chi invece aveva votato il centrodestra. Sono dei flussi sui generis, che anche l'istituto Cattaneo definisce "peculiari": l'elettorato napoletano è completamente polverizzato, l'osso duro dei partiti è tenuto in piedi da bacini elettorali che fanno riferimento a un consigliere piuttosto che a un altro, ma sembra non esistere più, in una grande città come quella di Napoli, un elettorato distinto, riconoscibile e accostabile ad un partito politico.

 

L'altro dato rilevante era già chiaro e preventivabile: de Magistris ha fatto incetta di voti provenienti dal bacino del Movimento 5 Stelle. La candidatura impalpabile di Matteo Brambilla non è riuscita a scuotere gli animi dei grillini come a Roma o a Torino, provocando così un'emorragia di enorme portata: del bacino elettorale a 5 stelle che contava il triplo dei voti ottenuti dall'ingegnere brianzolo, il 6,2% ha votato il sindaco arancione. Un dato ulteriormente significativo sembra essere quel 2,2% che Valeria Valente ha intercettato nell'elettorato di centrodestra, complice probabilmente l'alleanza con Verdini e con Ncd, oltre che un indirizzo politico del partito a livello nazionale, mentre la candidata del Pd non è stata in grado di recuperare neanche un voto dal bacino di sinistra.

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