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Gomorra: la serie tv e la città

Da Gomorra alla realtà, presa la pusher che sembra “Patrizia” delle Case Nuove

La fonte della polizia ha indicato la spacciatrice partendo dalla somiglianza con il personaggio di Gomorra. Vendeva cocaina spostandosi in auto, l’hanno sorpresa mentre passava una dose a un cliente nella via del mercato del pesce. “Era per uso personale”. E l’avvocato è pagato dal welfare della camorra.
A cura di Salvatore Garzillo
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Lo sguardo è severo, i modi duri, il carattere spigoloso. E poi c’è quella somiglianza fisica, la camminata, i capelli scuri proprio come Patrizia, il personaggio di Gomorra. Ha 30 anni, precedenti per spaccio, vive nel rione Case Nuove e nel quartiere la conoscono col suo vero nome, eppure la soffiata arrivata ai poliziotti è stata chiara: «C’è una ragazza che spaccia cocaina in zona Porta Nolana, in genere fa le consegne spostandosi su un’auto, somiglia a Patrizia ‘e Gomorra».

Alle 22.30 di ieri gli agenti del commissariato Vicaria-Mercato si sono appostati in cerca della donna che rispondesse alla descrizione. Non ci è voluto molto, l’indicazione è stata precisa, così dopo alcuni minuti è spuntata una Fiat Panda guidata da una 30enne. “Patrizia” ha parcheggiato in vico Sopramuro, dove di giorno c’è il mercato del pesce. A quell’ora era praticamente deserta.

Ha raggiunto a piedi il punto della consegna, all’angolo con vico Pergole e ha atteso l’arrivo del cliente, un tossicodipendente di lunga data già noto alla polizia. Appena ha tirato fuori dalla tasca una delle palline di coca è stata bloccata dagli agenti. Ne aveva altre 4 già pronte per essere vendute. Ha tentato di spiegare che era sostanza per uso personale, che l’avrebbe sniffata assieme all’amico, ma in giudice non le ha creduto. Il cliente è stato segnalato in prefettura come consumatore, lei è finita in direttissima questa mattina: 10 mesi con obbligo di firma.
Gli investigatori descrivono la ‘Patrizia' delle Case Nuove come una donna decisa, sveglia, che si muove sempre sola, che pur occupando ancora un gradino basso nella gerarchia dell’organizzazione sarebbe tenuta in considerazione dai suoi superiori. La dimostrazione, a loro dire, è la presenza in aula di un avvocato che difende da tempo anche gli affiliati al clan. «Un professionista che prende 1.500 euro solo per uscire dall’ufficio, un calibro troppo grosso per le forze di una semplice pusher». Non c’è da sorprendersi, l’assistenza legale rientra nei servizi garantiti dal welfare del “Sistema”. Gomorra lo ha spiegato benissimo.

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