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Dal capo piazza al pusher turnista: ecco i ruoli nello spaccio di droga a Napoli

Dalle indagini sulle piazze di spaccio al Rione Traiano emerge la realtà di una catena di montaggio dedita allo spaccio di cocaina, hashish, marijuana, amnesia. Punti di vendita operativi 24 ore su 24, ruoli ben definiti per controllare il territorio con le vedette e gestirlo, gestione familiare per ridurre ogni possibilità di “pentimento”.
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Che il mercato della droga fosse una catena di montaggio lo si era capito già molti anni fa: dalla trasformazione delle foglie di coca al processo di realizzazione dello stupefacente fino al trasporto e alla successiva fase, quella della vendita al dettaglio. Su quest'ultima si sono concentrati gli investigatori che oggi al Rione Traiano, periferia Occidentale di Napoli, hanno concluso un maxi blitz antidroga con l'arresto di 88 persone a Napoli, 73 in carcere e 15 ai domiciliari.

Dall'ordinanza di custodia emergono i vari ruoli nella catena dello spaccio e del controllo territoriale, nonché il coinvolgimento di interi nuclei familiari ed il contributo fornito anche dalle donne nell'approvvigionamento e nello smistamento delle sostanze stupefacenti, attraverso una precisa distribuzione dei ruoli nella gestione delle singole piazze di spaccio. Dai Capi piazza e/o cassieri, veri gerenti dello spaccio che custodivano anche il denaro provente della vendita ai custodi di nascondigli per lo spaccio o per il deposito dei panetti di cocaina fino alle ormai celebri, grazie a varie serie tv, Gomorra in primis, vedette, appollaiate su balconi o tetti per sorvegliare le piazze di spaccio e allertare ad ogni sospetto (la parola d'ordine era al rione Traiano l'urlo di un nome, "Maria!").

Poi la vendita al dettaglio. Nel supermarket della droga, aperto h 24, c'erano gli spacciatori turnisti, addetti al confezionamento ed alla vendita, suddivisi in ‘squadre' con turni dalle 10 alle 12 ore giornaliere che operavano nei tristemente celebri sottoscala del rione Traiano e, infine, i pusher mobili che a bordo di scooter portavano a domicilio cocaina, hashish, marijuana, amnesia. La gestione delle piazze di spaccio del Rione Traiano a Napoli era affidata ad interi nuclei familiari – ciò anche per ridurre le possibilità di "pentiti" (è ovviamente più difficile parlare e condannare al carcere un parente) ed avveniva sotto il diretto controllo mafioso delle organizzazioni camorristiche attualmente egemoni su quel territorio, ovvero il clan Puccinelli ed il clan Cutolo.

 
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