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De Luca non ha potere di firma sulle riaperture: ecco cosa è successo col governo

La Regione Campania (assieme al Molise) ha dato “parere contrario” non alle riaperture ma solo agli accertamenti “preventivi” sulle condizioni epidemiologiche prima di dare il via libera alle riaperture, da effettuare da parte delle singole regioni. Accertamenti che invece le due regioni ritenevano di competenza del Ministero della Salute. Lo ha spiegato il presidente del Molise, Donato Toma.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il "no" di Vincenzo De Luca alle riaperture in realtà era un "parere contrario", relativamente alla scelta da parte del Governo di "scaricare sulle regioni la responsabilità della valutazione del rischio epidemiologico sulla base di dati elaborati dal Ministero della Sanità. È un principio che non comprendiamo e che crea caos istituzionale". Questa la spiegazione del presidente del Molise, Donato Toma (Forza Italia), dopo che Vincenzo De Luca (Partito Democratico) aveva parlato di un no rifilato al governo di Giuseppe Conte sulla questione delle riaperture. Un "parere contrario" espresso anche dalla Regione Molise.

La scorsa notte, i rapporti tra le Regioni ed il Governo sembravano tesi per la questione delle riaperture. Ma alla fine ha prevalso il buonsenso e, attorno alle 3 e 30 di notte, si è trovato l'accordo. Nessun no alle riaperture, dunque, ma "parere contrario". La diatriba, alla quale tuttavia ha partecipato il vicepresidente Fulvio Bonavitacola (Partito Democratico) per la Campania, riguardava dunque la previsione di inserimento all'interno del decreto della necessità di operare un accertamento "preventivo" sulle condizioni epidemiologiche, prima di dare il via libera alle riaperture, da parte delle singole regioni. Accertamenti che invece la Campania ha sottolineato fosse competenza del Ministero della Salute, seppur sulla base dei dati trasmessi dalle regioni stesse, come previsto da protocollo.

Su questo, dunque, è arrivato il "parere negativo" espresso dalla Regione Campania, così come della Regione Molise stessa, e non sulle aperture stesse, che del resto nella regione vedranno già alcune modifiche rispetto alle altre regioni: sui servizi di ristorazione a tavolo, l'apertura slitterà a giovedì 21 maggio, mentre resta in tutta la regione anche l'obbligo della mascherina all'aperto. Questa la nota inviata dal presidente della Regione Molise, Donato Toma, sull'acceso confronto con il Governo:

Con i colleghi presidenti di Regione, in queste ore, abbiamo fatto un grande lavoro corale per andare verso la fase 3. Abbiamo lavorato giorno e notte, senza sosta, perché dobbiamo evitare che la crisi sanitaria si trasformi in crisi economica. È stato fatto un ottimo lavoro. Insieme alla Campania abbiamo semplicemente espresso un parere contrario relativamente alla scelta di scaricare sulle regioni la responsabilità della valutazione del rischio epidemiologico sulla base di dati elaborati dal Ministero della Sanità. È un principio che non comprendiamo e che crea caos istituzionale. Ciò chiarito, siamo concentrati per fare in modo che la graduale riapertura, che avverrà da domani, sia in sicurezza per tutti. La sicurezza e la tutela della salute dei cittadini vengono prima di ogni altra cosa. È sulla base di questo principio che, prima ancora degli altri, recepimmo in maniera molto precisa le iniziali restrizioni emanate dal Governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Molti ci dissero che avevamo esagerato, per poi ricredersi e seguirci su questa linea. Il Molise è stato un esempio per tutta la fase 1 e vogliamo raccogliere i frutti del senso di responsabilità della stragrande maggioranza di tutti i cittadini e della proficua collaborazione istituzionale tra Regione, Comuni ed Enti sul territorio.

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