Delitto di Giugliano, il killer era in auto con i coniugi assassinati
Emergono nuovi importanti dettagli investigativi nel caso del duplice omicidio di Luigi Simeone e Immacolata Assisi, freddati dai colpi da una calibro 7.65 a Giugliano, nel Napoletano. Dalle ultime evidenze delle indagini condotte dagli agenti del commissariato di polizia di Giugliano è emerso che nel taxi rinvenuto sul luogo del ritrovamento dei corpi, l'ex discarica di Cava Riconta, c'era anche l'assassino. Il killer era bordo della Fiat Multipla bianca insieme alla coppia di Melito alla quale avrebbe sparato indossando, verosimilmente, dei guanti. Al momento la polizia coadiuvata dagli specialisti dell'Esercito dai vigili del fuoco e dagli speleologi sta setacciando palmo a palmo la discarica e le aree limitrofe in cerca dell'arma del delitto una calibro 7.65.
Accantonata definitivamente l'ipotesi dell'omicidio-suicidio, al vaglio degli inquirenti nelle prime ore dalla scoperta, resta oscuro il movente che ha spinto l'assassino a fare fuoco sui due. Da quanto accertato dagli investigatori, la coppia che conduceva una vita tranquilla la sera di sabato, quando è avvenuto il delitto, avrebbe cenato in un locale della zona della fascia costiera con degli amici, sentiti nelle ore successivi dagli investigatori. Marito e moglie si sarebbero poi allontanati, ipotizzano gli inquirenti per raggiungere l'assassino con il quale, presumibilmente avevano un appuntamento. Dopo aver fatto fuoco sulle vittime il killer si è poi allontanato dal luogo del delitto la cava di masseria Monticelli, invaso già sottoposto a sequestro, ma accessibile da quando la recinzione era stata divelta, avendo cura di chiudere il taxi a chiave, dopo aver gettato i corpi nel dirupo. Nei prossimi giorni verrà esaminato, con apparecchiature speciali, anche il laghetto che si trova nell'invaso nelle cui acque gli esperti potrebbero trovare elementi rilevanti per le indagini.