Denunciato il prete e i fedeli: a messa in chiesa nonostante il divieto anti-Coronavirus
Irruzione dei carabinieri in una chiesa a Sant'Anastasia, alle falde del Vesuvio dove il parroco della zona stava celebrando una messa a porte chiuse. Una decisione, quella di tenere comunque il rito, che non si spiega: ci sono chiari divieti imposti a livello nazionale e regionale per il contenimento del contagio da Coronavirus e anche la stessa Chiesa Cattolica ha invitato i parroci a evitare funzioni pubbliche. A Sant'Anastasia evidentemente non è arrivata l'informazione o il Comune non è stato in grado di comunicarla efficacemente. E così è stato necessario l'intervento di militari della compagnia di Castello di Cisterna, al comando del capitano Marco Califano: i carabinieri sono dovuti entrare nella chiesa francescana di Sant'Antonio, dove erano presenti nove persone fatte entrare da un ingresso secondario, mentre un frate celebrava regolarmente la messa delle 8. La funzione religiosa è stata interrotta ed i presenti sono stati identificati e denunciati per inottemperanza alle norme.
Per un prete che se ne frega delle regole ce ne sono altri che si industriano per non lasciare da soli i fedeli. Proprio a Sant'Anastasia, don Ciccio D'Ascoli, parroco della chiesa collegiata Santa Maria la Nova di Sant'Anastasia annuncia di dar fondo alle casse della chiesa per aiutare "chi in questo momento non può mangiare" ed evita pure la messa sui social per evitare di coinvolgere altre persone per il collegamento web. A Napoli, in piazza Enrico De Leva, tra i quartieri Arenella e Materdei, don Lorenzo Fedele, parroco della chiesa di Santa Maria della Salute sale ogni giorno sul tetto della chiesa dove ha allestito un altare con crocifisso e immagine sacra e potenti altoparlanti, per dire messa.