Detenuto di 20 anni in coma, era stato arrestato nel clan Elia. La fidanzata: “Stava male da un mese”
Michele Elia, 20 anni, detenuto al Padiglione San Paolo di Poggioreale, è in coma da sabato, in gravissime condizioni, ricoverato presso il Cto, il centro traumatologico ortopedico di Napoli. E' in rianimazione con una infezione al cervello. Il giovane fu arrestato un anno e mezzo fa nel corso di un blitz dei carabinieri contro il clan Elia del Pallonetto di Santa Lucia. Il ricovero improvviso segue a "oltre un mese in cui Michele non si sentiva bene – racconta a Fanpage Mary Arigò, la fidanzata del ragazzo – Aveva un dolore all'occhio, che poi è diventato un dolore alla testa, ma gli davano solo antidolorifici. Le ultime volte che l'ho visto stava davvero male, era pallido, diceva di voler iniziare lo sciopero della fame per essere curato". I suoi invalidanti dolori sono protagonisti anche dell'ultima lettera inviata alla fidanzata: "Ciao amore mio, anima mia, vita della mia vita – scrive – Sai vorrei scriverti tante cose, esprimere tutti i miei sentimenti, quelli più profondi e belli ma non ci riesco, ho dei dolori forti alla testa". Il giovane voleva iniziare lo sciopero della fame, nonostante lo stato fisico sempre peggiore, come testimonia anche un'altra lettera di un compagno di cella. Si legge: "Michele non sta bene, venerdì è venuto nella mia senza e già non starà bene da 20 guorni, ha un dolore forte in fronte (…) il braccio destro non lo muoveva più, si è fatto secco secco, non mangia". Purtroppo, di lì a qualche giorno Michele è andato in coma.
"E' l'ennesimo caso di malasanità in carcere. Noi denunciamo carenze sanitarie nel carcere di Poggioreale – dichiara Pietro Ioia, dell'associazione ex detenuti – sono anni che lo diciamo: c'è una carenza da far paura. Hanno trascurato lo stato di salute del ragazzo. Con un dolore alla testa tutti i giorni, come è possibile che non si sia fatto nulla?"