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Discarica di Chiaiano e camorra: il Comune di Napoli parte civile al processo

La giunta comunale di Napoli parte civile nel processo a carico di persone accusate di una serie di reati, tra cui associazione a delinquere di stampo mafioso, per la discarica di Chiaiano. La decisione arriva in merito ai presunti legami tra titolari delle ditte di movimento terra impegnate nella discarica e il clan dei Casalesi.
A cura di Francesco Loiacono
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La giunta comunale di Napoli sarà parte civile in un procedimento penale a carico di persone accusate di una serie di reati, tra cui il 416bis – associazione a delinquere di stampo mafioso – in merito alla discarica di Chiaiano. A deliberarlo la squadra presieduta dal sindaco Luigi de Magistris. La vicenda per la quale la giunta sarà parte civile nel processo si riferisce ai presunti legami – come si legge nel decreto di rinvio a giudizio – tra titolari e rappresentanti delle società di ditte di movimento terra a suo tempo impegnate nella discarica di Chiaiano e il clan dei Casalesi.

La discarica di Chiaiano, che sorgeva in un territorio abitato da 300mila persone, ha chiuso dopo 5 anni di attività. Per la dismissione del sito, chiesta a gran voce da numerosi comitati cittadini, sono stati stanziati 3 milioni e 400mila euro. L'apertura della discarica era stata autorizzata dall'allora sottosegretario all'emergenza rifiuti Guido Bertolaso durante il quarto governo Berlusconi. Nel marzo 2014 la Direzione distrettuale antimafia di Napoli aveva chiuso le indagini sulla discarica, rilevando come il sito fosse stato costruito da aziende legate al clan dei casalesi e costruito con materiali scadenti tali da mettere a rischio l'inquinamento dei suoli.

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