Bruciata viva a Pozzuoli, Paolo Pietropaolo: “Volevo solo sfregiarla, era troppo bella”
“Non avevo intenzione di ucciderla. Dopo averle dato fuoco, non l’ho nemmeno investita, nonostante avessi potuto. Avevo intenzione di sfregiare il viso di Carla, che è una ragazza molto bella”. Così il quarantenne Paolo Pietropaolo risponde ai magistrati durante il primo interrogatorio sostenuto davanti al pm della Procura della Repubblica di Cassino nella caserma dei carabinieri di Formia (Latina), dopo essere stato fermato. L'uomo è accusato di tentato omicidio aggravato e procurato aborto per aver cosparso di alcol e poi dato fuoco alla ex compagna Carla Caiazzo, incinta di sua figlia. Il quarantene sostiene di aver pensato in un primo momento “di prendere della vernice. Ma sapendo che non avrebbe preso fuoco facilmente ho preferito prendere dell’alcol”. La donna 38 anni è ora ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale Cardarelli di Napoli. La bimba, Giulia Pia, è stata fatta nascere a 35 settimane dai medici, che le hanno così salvato la vita. "Non avevo intenzione nemmeno di riconoscere la bambina, non sentendola mia", ha aggiunto Paolo P. che ha raccontato – circostanza non confermata – come la compagna lo tradisse. Il quarantenne ha anche confessato di avere lasciato alcune lettere in cui, affermava di voler strangolare Carla. "In queste lettere che lasciavo manifestando la volontà di suicidarmi – ha detto ancora Pietropaolo al pm – manifestavo anche la volontà di uccidere Carla, in particolare dichiaravo di volerla strozzare". Gli atti dell'inchiesta saranno trasferiti ai magistrati della Procura di Napoli titolari dell'inchiesta, Raffaello Falcone e Clelia Mancuso, coordinati dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio.
Pietropaolo, nelle lettere la volontà di uccidere Carla
"Nelle sue lettere diceva di volere uccidere Carla, avrebbe quindi voluto uccidere anche sua figlia?", è stata la domanda conseguente del magistrato. "Sì. Nonostante i miei familiari mi invitassero a superare questa crisi cercando di rifarmi una vita nuova". La storia d'amore, iniziata quando erano giovanissimi, era finita a novembre, pochi mesi dopo che Carla era rimasta incinta con la fecondazione assistita. A Natale – secondo quanto ricostruito – il quarantenne aveva maturato la decisione di uccidersi, nella convinzione che la donna avesse un'altra relazione. A confermarglielo sarebbe stata proprio Carla – secondo il racconto dell'uomo, arriva circa 15 giorni prima del tentato omicidio, con una telefonata.