Caso Carla Caiazzo: per Paolo Pietropaolo scatta l’accusa di procurato aborto
Scatta l'accusa di procurato aborto per Paolo Pietropaolo, il 40 enne che lunedì ha dato fuoco alla compagna incinta dopo averla cosparsa di benzina. Mentre Carla Caiazzo, 38 anni è in condizioni gravissime nel reparto Grandi ustionati dell'ospedale Cardarelli di Napoli, la Procura della Repubblica di Cassino (Frosinone) contesta il reato di tentato omicidio pluriaggravato e di procurato aborto. E fra le aggravanti ci sarebbe anche quella della premeditazione sebbene in udienza di convalida per il fermo, dinanzi al giudice Angelo Lanna, l'indagato abbia negato di aver programmato il brutale gesto di violenza affermando che la bottiglia di liquido infiammabile non era stata acquistata apposta, ma si trovava fra gli attrezzi in garage. Resta comunque, l'ipotesi di reato – pesante – di tentato omicidio e quella di procurato aborto. La piccola che Carla portava in grembo, infatti, è stata salvata solo grazie alla tempestività dell'intervento dei medici che l'hanno fatta nascere a 35 settimane. Giulia Pia, così è stata chiamata, ora sta bene ma è sotto osservazione. Il pm titolare dell'inchiesta, intanto, ha chiesto anche un'ordinanza cautelare nel timore anche il 40enne possa nuovamente provare a fare del male alla donna.
"Prima le botte poi il fuoco", il racconto di un vicino
Nell'interrogatorio a cui è stato sottoposto ieri sera, Pietropaolo ha ammesso le proprie responsabilità, assistito dal suo difensore, il legale Gennaro Razzino. Potrebbe essere stata questa la causa alla base della terribile violenza scattata davanti all'abitazione della famiglia Pietropaolo, al civico 68 di via Vecchia delle Vigne, a Pozzuoli. Intanto Gennaro Tassieri, il vicino di casa che intervenuto in soccorso della donna, racconta all'Ansa. "Ho visto che lui la riempiva di pugni – dice con la voce rotta dal pianto – sono intervenuto per cercare di salvarla. Carla mi ringraziava: "Ci hai salvati", mi diceva riferendosi al fatto che aspettava un figlio. Poi però lui è andato a prendere una bottiglia dalla macchina, pensavo fosse acido, poi dall'odore ho capito che era alcol. Ho cercato di fermarlo ma non ci sono riuscito e poi l'ho vista tra le fiamme". Una pausa, per riprendere fiato, e poi il raccapricciante racconto continua: "La prima cosa che ho tentato è stata cercare di spegnere le fiamme, ma non ci riuscivo. Poi ho aperto il rubinetto e ho afferrato il tubo dell'acqua mentre lui si e' messo in macchina ed e' scappato". Dopo il folle gesto il 40enne si è dato alla fuga, finendo la folle corsa contro un guardrail sul ponte del Garigliano, vicino Formia.