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Droga consegnata a domicilio ad insospettabili della “Sorrento bene”

La scoperta dei carabinieri: una vera e propria “rete” formata da quattro persone, tutte raggiunte stamane da un’ordinanza di custodia cautelare. Il gruppo si riforniva al di fuori della penisola sorrentina, quindi “stoccava” la droga nelle proprie abitazioni e poi provvedeva a consegnarla a domicilio ai propri clienti.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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NAPOLI – Una vera e propria rete che consegnava droga a domicilio, quella smantellata dai carabinieri nella penisola sorrentina. La scoperta è stata fatta nel corso delle indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata e che ha portato questa mattina all'applicazione di quattro misure cautelari nei confronti di altrettante persone ed eseguite dai militari della compagnia di Piano di Sorrento.

Quattro le persone coinvolte: un trentottenne di Piano di Sorrento, finito ai domiciliari; una trentacinquenne di Marigliano, raggiunta da un divieto di dimora in Campania; un ventiduenne ed una ventottenne, entrambi di Piano di Sorrento e colpiti da divieto di dimora nella penisola sorrentina. La trentacinquenne è stata anche arrestata in flagranza di reato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, visto che durante la perquisizione a cui è stata sottoposta la sua abitazione durante l'applicazione della misura cautelare, i militari hanno rinvenuto 70 grammi di hashish e 7 di crack. Anche in casa del trentottenne è stata rinvenuta droga, pari a tre grammi di cocaina, oltre a vario materiale per il confezionamento delle dosi.

Il blitz è scattato dopo lunghe indagini, che hanno svelato l'esistenza della rete di "consegna" della droga, che veniva portata "comodamente" a domicilio. La frase convenzionale usata dal gruppo era "mio nipote è pronto", come svelato dalle indagini. In realtà, però, si parlava di consegne di droga: la rete si approvvigionava al di fuori della penisola sorrentina, poi la droga veniva conservata nelle abitazioni di alcuni di loro, quindi avveniva la consegna diretta nelle case di persone anche insospettabili. In alcuni casi è stato accertato che il "primo contatto" tra acquirenti e venditori avveniva sotto forma di incontro occasionali per strada o in bar.

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