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Sono stanchi di pagare i pusher, tre studenti si mettono in proprio: arrestati

Tre studenti universitari sono stati arrestati mercoledì mattina ai Quartieri spagnoli, a Napoli. Nella loro abitazione c’era una centrale per la produzione e lo spaccio di marijuana. Davanti ai carabinieri si sono giustificati: “Non volevamo dare la paghetta dei nostri genitori ai pusher della camorra”.
A cura di Francesco Loiacono
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Erano stanchi di dover pagare gli spacciatori della camorra, per di più con i soldi della paghetta data loro da mamma e papà. Per questo, almeno stando alla loro versione, tre studenti universitari residenti ai Quartieri spagnoli, a Napoli, avevano deciso di mettersi in proprio. Nella loro abitazione si erano quindi organizzati in maniera professionale per dar vita a un vero e proprio centro di produzione del loro stupefacente preferito, la marijuana: lampade alogene per far crescere le piantine e kit di precisione per confezionare le dosi.

A mettere fine alla loro "start-up" sono stati i carabinieri della locale compagnia, che mercoledì mattina hanno arrestato i tre studenti universitari con l'accusa di produzione e traffico di sostanze stupefacenti. Nel corso della perquisizione dei militari all'interno della loro abitazione, i carabinieri hanno trovato l'ormai avviato centro di produzione e spaccio. Davanti ai militari è arrivata quindi l'insolita giustificazione dei ragazzi: "Ci siamo messi in proprio per assicurarci uno spinello ogni tanto". La "mission" della loro attività non ha però incantato gli uomini dell'Arma, che hanno proceduto con l'arresto.

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