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Fortuna Loffredo: news sull'omicidio di Caivano

Due anni dalla morte di Fortuna. E la storia si ripete

Il 24 giugno 2014 moriva Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni violentata e poi scaraventata dal tetto di un palazzo a Caivano. Per la sua morte è accusato il vicino di casa Titò. A due anni dall’omicidio, Maria, 10 anni, viene trovata morta nella piscina di un resort a Benevento. È stata stuprata. Per la sua morte è indagato un amico di famiglia.
A cura di Angela Marino
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Era il 24 giugno 2014. La notizia di una bambina di 6 anni, sfuggita al controllo della madre e precipitata nientemeno che dall'ultimo piano di una torre alta 8 piani, veniva data dalla stampa e dalle emittenti locali. Un incidente, una tragica fatalità quella avvenuta nell'isolato 3 delle palazzine Iacp del Parco Verde, a Caivano. O almeno è quello che si crede nelle primissime ore dopo la tragedia fino a quando, l'esame sul corpo di Fortuna Loffredo, non denuncerà una verità agghiacciante. Chicca è stata vittima di violenza sessuale.

Violentata e uccisa: la morte di Chicca

In poche ore il caseggiato popolare della periferia si riempie di cimici: i carabinieri si mettono in ascolto per trovare l'orco e, presumibilmente, l'omicida di Fortuna. Passano i mesi e nelle palazzine circolano delle voci (le riporterà un'ordinanza di arresto): Chicca è stata uccisa da Raimondo Caputo, detto Titò. Il 44enne è il compagno della vicina di casa della famiglia Loffredo, mamma della sua amica del cuore. Anche lei ha perso un figlio di 3 anni. Anche lei, lo ha visto precipitare dal settimo piano del palazzo, dall'appartamento di sua madre. Una coincidenza a dir poco singolare che fa scattare dei sospetti. Intanto nel palazzo di continua a parlare dell'assassinio di Chicca: parlano le donne, parlano i bambini, i segreti corrono sui ballatoi bui delle palazzine dove nemmeno la luce del sole riesce a smorzare le ombre di una storia che diventa sempre più torbida e inquietante.

I segreti del palazzo degli orrori

Federico Bisceglia, il magistrato che guida le indagini apre un fascicolo contro ignoti per violenza sessuale e omicidio. Intanto scattano gli arresti. In cella, però, non finisce l'assassino di Chicca, ma il suo soccorritore, ovvero l'uomo che la raccolse dall'asfalto trasportandola all'ospedale e poi il suo vicino. L'accusa? Violenza sessuale sulla figlia. È l'aprire 2015 quando muore il un misterioso incidente il magistrato Bisceglia. Intanto le indagini vanno avanti: il secondo e il terzo arresto sono quelli di Raimondo Caputo, anche lui accusato di violenza sessuale sulla figlia di 3 anni e di Marianna Fabozzi, già indagata per omicidio colposo per la morte del figlio Antonio e accusata di concorso in abusi sessuali con Titò, per non aver denunciato le violenze sulle figlie. Il 29 aprile 2016, a quasi due anni dalla morte di Chicca: Caputo, già in carcere, viene incriminato anche per gli abusi e l'omicidio di Fortuna. Ad accusarlo sono i racconti delle figliastre di 10 e 6 anni, che, intercettate dalle cimici hanno fatto emergere l'orrore della violenza subita in prima persona dal convivente della madre e quelle subite da Chicca. Le bimbe sono le principali testimoni di un caso che emblematico di una tendenza paurosa: l'incesto in famiglia, lo sfogo di istinti sessuali sui bambini fra le mura domestica.

Maria come Fortuna

A due anni esatti dall'omicidio che ha scoperchiato i segreti delle palazzine dell'orrore, il Garante per l'Infanzia pubblica un rapporto choc: circa 200 casi di abusi sessuali in Campania avvengono in famiglia. Le vittime? Sono per la maggior parte bambine tra i 6 e 10 anni. Mentre questi dati vengono diffusi, intanto, Marianna Fabozzi viene viene accusata di omicidio volontario per la morte di suo figlio Antonio. Intanto, in un resort del Beneventano, una cameriera di un bar fa una sconcertante scoperta. Mentre cammina in cerca di campo per il suo telefonino, nota il corpo di una bambina riverso in acqua nella piscina di un resort. Maria, 10 anni, è stata stuprata e uccisa. Il principale indagato è un amico di famiglia.

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