Due morti contromano in Tangenziale: per i periti, Mormile era frastornato ma non ubriaco

Frastornato sì, ma non ubriaco. Questa la conclusione a cui sono giunti i consulenti nominati dai giudici della Terza Corte di Appello, che domani sarà chiamata a valutare la posizione di Aniello Mormile, il giovane dj condannato a venti anni di reclusione in primo grado con l'accusa di omicidio volontario nei confronti della propria fidanzata Livia Barbato e di Aniello Miranda.
La vicenda risale al 25 luglio 2015: il giovane era alla guida della propria vettura, quando fece improvvisamente inversione sulla Tangenziale di Napoli, percorrendo circa cinque chilometri contromano prima di andare a schiantarsi con un'altra automobile, che sopraggiungeva dal senso giusto di marcia. Nell'impatto rimasero uccisi l'autista dell'altro veicolo, Aniello Miranda, imprenditore di Torre del Greco di 48 anni e la fidanzata di Mormile, Livia Barbato, di 21 anni.
Secondo i consulenti, l'alcol gli avrebbe creato una sorta di black-out nella memoria, ma al momento della fatale inversione ad U in tangenziale ed alla guida contromano, Mormile non avrebbe perso completamente la lucidità. Sarebbe stato insomma frastornato dalle birre e dai cicchetti bevuti, ma non in uno stato di ubriachezza profonda. Domani sarà resa nota la posizione del giovane da parte dei giudici della Terza Corte di Appello.