Durazzano, uccise due persone in strada a colpi di pistola: condannato a 20 anni
Vent'anni di carcere per Francesco D'Angelo, il 53enne accusato di aver ucciso il 31 marzo 2019 due persone a colpi di fucile. Il pubblico ministero Marilia Capitanio aveva chiesto per l'uomo trenta anni, ma alla fine la sentenza, giunta al termine del rito abbreviato, è stata di vent'anni più il risarcimento dei danni per i familiari delle vittime, parti civili nel processo. La difesa aveva chiesto che gli fosse concessa la legittima difesa, l'eccesso colposo e l'attenuante della provocazione.
Secondo quanto spiegato dall'uomo, sarebbe stato seguito dalle due vittime, Mario Margillo, 68 anni, e dal genero Andrea Romano, di 49, mentre era in auto. E quando i due gli avrebbero bloccato la strada col furgone, sarebbero quindi scesi armati di pistola: a quel punto lui avrebbe fatto fuoco per difendersi. Una versione che però non ha convinto i giudici: in primis, non è mai stata riscontrata la presenza di una o più pistole da parte delle vittime, in secundis anche l'assenza di polvere da sparo sulle mani. Poche ore dopo, i carabinieri lo fermarono per interrogarlo e in poco tempo si arrivò all'accusa di omicidio nei suoi confronti.
Ma tra vittime e indagato vi era già una situazione di precedente attrito: l'uomo infatti, nell'aprile del 2018 era rimasto coinvolto in un incidente stradale a Santa Maria a Vico, nel Casertano, con Gennaro Morgillo, l'allora figlio trentenne di Mario. Un incidente che sfociò in un procedimento giudiziario preso in carico dalla Procura di Santa Maria Caputa Vetere. Lo stesso trentenne, tempo dopo, si era trasferito a Durazzano, nel Beneventano, dove era finito prima ai domiciliari e poi con l'obbligo di soggiorno. Pochi giorni prima del duplice omicidio, le due "fazioni" si erano già scontrate, seppur solo verbalmente. Poi, quella domenica di fine marzo 2019, avvenne la sparatoria, culminata con la morte di Mario Murgillo e del Genero Andrea Romano.