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È morto Rino Giglio, autore di “Nu Pensiero” e “Meglio ‘na canzone”

Studioso e conoscitore del patrimonio della canzone classica napoletana, autore di canzoni di successo come “Nu pensiero” e “Meglio ‘na canzone”, per Silvio Berlusconi e Mariano Apicella.
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È morto tra l'affetto dei suoi cari, dopo una dura malattia, Rino Giglio. Prolifico autore di canzoni e poesie napoletane, tra tutte ricordiamo "Nu' pensiero", diventata un classico moderno nella versione di Antonio Sorrentino, poi ripresa da numerosi artisti, da Valentina Stella a Gianfranco Gallo, fino ad Andrea Sannino e Pino De Maio. Aveva 73 anni, più di 60 spesi per il mondo dello spettacolo partenopeo. Era un punto di riferimento per gli addetti ai lavori, per giovani attori che nel suo spazio di Parco Montedonzelli, hanno mosso i primi passi.

Ha scritto per Lina Sastri, Murolo e Berlusconi

Ha scritto versi e canzoni per i migliori interpreti, per Peppino Di Capri, Roberto Murolo, Lina Sastri (sua fu "Femmene ‘e mare", con la quale l'artista si presentò a Sanremo nel 1992). Nel 2001 scrisse "Meglio ‘na canzone" per Silvio Berlusconi e Mariano Apicella. Particolare il caso del famoso brano che Berlusconi cantava in bandana e camicia bianca, durante le sue vacanze estive. Un riconoscimento che è stato tale solo tra gli uffici della SIAE, pubblicamente, però, Rino Giglio non ha mai avuto la soddisfazione di poter dire che quel brano era il suo. Agli amici diceva: "Non è per soldi che dico questo, i diritti mi arriveranno perché è tutto depositato a mio nome". Così è stato.

La canzone "Nu' penziero"

Tra le più note delle sue opere c'è certamente "Nu' penziero". Nata dalla collaborazione con Beppe Vessicchio, scritta per Antonio Sorrentino, il brano racconta la storia di un tossicodipendente vista dagli occhi di un amico che vorrebbe provare a salvarlo a tutti costi. Storia vera, ispirata da un fatto personale e doloroso che ha colpito Rino Giglio, la fine prematura di suo fratello per motivi legati alla droga. La canzone, piena di speranza, finiva cosi: siente a me nun ce vò niente, nu penziero, si è sincero, po' vulà. 

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