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Perché un uomo con la maglia del Napoli è stato ucciso dall’Isis?

Raad Ali Jassim, poliziotto iracheno, ucciso dall’Isis con indosso una maglietta del Napoli Calcio. La foto fa il giro del mondo e molti si chiedono il perché di quell’indumento, indossato in un contesto così drammatico e così lontano dal nostro Paese.
A cura di Redazione Napoli
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Un uomo con la maglia azzurra del Calcio  Napoli giustiziato dall'Isis in Iraq. Immagini drammatiche. che oggi hanno fatto il giro di forum e social network, soprattutto quelli dei tifosi della squadra presieduta da Aurelio De Laurentiis.  La vittima della ferocia dell'Isis è Raad Ali Jassim, un poliziotto iracheno. I media arabi avevano riportato la notizia domenica 15 febbraio; in realtà non è il primo ostaggio del califfato che indossa una maglietta di calcio di una qualche società italiana: pochi giorni fa erano state pubblicate simili immagini di un uomo che indossava la divisa della Lazio.

Perché l'ostaggio indossa una maglia di una squadra di calcio italiana?

È una domanda che si sono posti in molti e rispetto alla quale non c'è una risposta certa. Repubblica.it  (che ha poi aggiornato il suo articolo) ha ipotizzato che persona decapitata dai terroristi del califfato islamico non fosse un tifoso del Napoli Calcio, e che la sua uccisione non sarebbe in alcun modo interpretabile come una minaccia all'Italia. Il motivo? Secondo Rep.it quella maglietta sarebbe arrivata fino in Iraq portata da associazioni umanitarie nei pacchi d'aiuto alle popolazioni.

Aggiornamento: Sulla questione, tuttavia, ci sono alcune doverose precisazioni da fare. La possibilità che associazioni umaniarie inseriscano nei loro pacchi aiuto alle popolazioni in guerra e ai profughi degli indumenti sportivi è altamente improbabile. Secondo il sito di  "Lercio" è anzi una vera e propria bufala, costruita un anno fa e ripresa (di questo ci scusiamo) da alcuni giornali in occasione di  questa drammatica vicenda.

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