Elezioni a Torre Del Greco, voto di scambio: si indaga su altri sei seggi
Altri sei seggi da ispezionare e 8 persone indagate. Prosegue l'inchiesta sullo scandalo dei netturbini assunti in cambio del voto a Torre del Greco, in provincia di Napoli. Sotto i riflettori, le elezioni amministrative del 10 giugno scorso. L'inchiesta è stata aperta dopo la pubblicazione del servizio di Fanpage.it. Nel video, girato a telecamere nascoste, si vedono capannelli di persone davanti ai seggi del Comune campano, intenti a fermare gli elettori mostrando come votare e a chiedere loro di fotografare la scheda elettorale. Dai primi interrogatori e dai controlli sui cellulari arrivano le prime conferme e potrebbe aprirsi un secondo filone d’inchiesta in base ai verbali dell’ufficio elettorale, trasmessi ieri alla Procura di Torre Annunziata. Si tratterebbe di minacce, disordini, anomalie nei calcoli delle preferenze e blackout nei seggi. Irregolarità nello scrutinio sono state riscontrate ai seggi 4, 10, 38, 55, 65, 75 e 77, uno dei quali, il 10, già coinvolto nello scandalo netturbini . Proprio nel seggio numero 10, nella scuola Cristoforo Colombo al corso Garibaldi, risulterebbero 50 schede incriminate. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Sandro Pennasilico e Pierpaolo Filippelli e l'ipotesi è quella di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa delle operazioni di voto.
Voto di scambio: l'indagine su 50 netturbini
I carabinieri stanno indagando sul caso e ascoltando i testimoni. Il voto di scambio riguarderebbe l’assunzione per sei mesi, a 500 euro al mese, di una cinquantina di netturbini al consorzio Gema. A gestire la procedura, accelerata a pochi giorni dal voto, l’agenzia interinale Da.Dif Consulting con sede al Centro Direzionale. In graduatoria ci sarebbero anche le otto persone indagate, alcune vicine al clan Falanga, che sarebbero state sorprese a fare campagna elettorale per due candidati in sostegno di Giovanni Palomba, ma che non sarebbero indagati. L’ipotesi degli inquirenti è che i voti guadagnati da quei candidati possano nascondere un accordo, uno scambio, e che almeno un centinaio di preferenze possa essere arrivato per ringraziare i due aspiranti consiglieri. Solo un anno fa, l’allora sindaco Ciro Borriello era finito in carcere perché accusato di aver favorito la ditta Balsamo.